I ritardi nel finanziare l’acquisizione di Alliance Boots, operazione messa a segno da parte di Stefano Pessina assieme a Kkr (Kohlberg Kravis Roberts), hanno avuto l’effetto di “una moratoria sui leveraged buy-out di grandi dimensioni” che potrebbe pesare sull’azionario europeo. Ad affermarlo è Daniel Stillit, strategist di mercato presso Ubs a Londra. Lo rivela Bloomberg News.
Le azioni delle società che hanno tratto vantaggio da voci di acquisizione, tra cui Adidas, Smith & Nephew e Reed Elsevier, “hanno minori probabilità di mantenere un sostegno” alle proprie valutazioni da parte del private equity, dice Stillit, in un rapporto di ieri. I tre titoli sono saliti di almeno il 13 per cento quest’anno.
“I mercati europei del credito non sono oggi in grado di sostenere senza eccessivo sforzo” un’acquisizione finanziata, accollando debito all’acquisita, il leveraged buy-out appunto, simile a quella di Alliance Boots, dice il rapporto. “E’ improbabile che emergano nuovi tentativi per qualche tempo. Le dimensioni delle operazioni vengono ridotte, con implicazioni a largo raggio per l’azionario”, si legge ancora.
L’ondata di acquisizioni ha contribuito a sostenere quattro anni di rialzi in Borsa. L’indice europeo Dow Jones Stoxx 50 Index segna un rialzo del 6,5 per cento circa da inizio anno. Le operazioni di acquisizione che coinvolgono aziende europee hanno raggiunto 1.500 miliardi di dollari da inizio anno, un balzo rispetto ai 1.600 miliardi di dollari dell’intero 2006, secondo dati Bloomberg. Molte di tali operazioni sono state finanziate con debito.
Le banche cui si sono rivolti Kkr e Pessina hanno rinviato la scadenza per il finanziamento dell’acquisizione di Alliance Boots, dopo che il prestito per rastrellare 9 miliardi di sterline (13,4 miliardi di euro) non ha suscitato una domanda sufficiente, dichiara il 20 luglio scorso un banchiere coinvolto nell’operazione.
L’operazione Alliance Boots, maggiore buy-out europeo quest’anno, è seguita attentamente come indicatore dell’atteggiamento degli investitori, hanno dichiarato di recente gli analisti. Sono almeno una ventina i collocamenti obbligazionari e i finanziamenti andati a monte nell’ultimo mese, proprio mentre si ampliano gli effetti sui mercati del credito del crollo, negli Usa, delle ipoteche di secondo livello.
Intanto Sicurglobal, la società attiva nella vigilanza messa all’asta dalla controllante Bs Investimenti, rispolvera l’ipotesi di quotazione a Piazza Affari accantonata un anno fa. E’ quanto riferisce una fonte vicina al dossier. Un’altra fonte finanziaria sottolinea che il gruppo di private equity Bs è tornato a valutare la strada che porta alla Borsa perché le offerte ricevute sono inferiori alle aspettative. A giugno Bs ha selezionato quattro gruppi per la short list: Cognetas, Synergo, 21 Investimenti e Stirling Square. Un paio di settimane fa Cognetas ha fatto un passo indietro. Gli altri tre concorrenti, riferisce la fonte finanziaria, hanno lasciato intendere di poter proseguire nell’asta soltanto a fronte di un abbassamento del prezzo richiesto da Bs, ovvero “160-180 milioni di euro”. La fonte vicina al dossier esclude che vi sia “una base d’asta”, ma ammettte l’esistenza di “una valutazione implicita della società ” che, sottolinea, “sta andando molto bene e ha ottime possibilità di crescita con margini in forte miglioramento”.
Sicurglobal ha chiuso il 2006 con un fatturato di circa 150 milioni e un margine operativo lordo di 22,5 milioni. Una valutazione di 160-180 milioni corrisponde a un multiplo di 7-8 volte il margine operativo lordo, un prezzo che i fondi in corsa per l’operazione avrebbero giudicato “fuori mercato”. Da qui la decisione di Bs di tirare fuori dal cassetto il progetto di quotazione in Borsa. Sicurglobal, infatti, sarebbe dovuta approdare a Piazza Affari prima dell’estate 2006, ma il gruppo di private equity guidato da Paolo Baretta e Francesco Sironi ha fatto un passo indietro a causa delle condizioni di mercato. Accantonata la quotazione, dopo aver aumentato il perimetro del gruppo attraverso acquisizioni, Bs ha avviato il processo di vendita. La decisione su quale strada scegliere sarà presa probabilmente a settembre, comunque “in tempi molto rapidi”.