Società

Europa, buco kolossal: governi Ue esposti verso banche per 1310 mld

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In Europa gli aiuti pubblici alle banche hanno raggiunto un valore cumulato, al lordo dei rimborsi, pari a 1.931 miliardi di euro, 1.522 dei quali a titolo di garanzia (390 miliardi di euro sono ad oggi impegnati dal solo governo britannico). Per effetto di rimborsi, essenzialmente in Francia ed Olanda, e rinunce a garanzie nel Regno Unito, in Olanda ed in Svizzera, l’esposizione netta dei governi europei ammonta a 1.310 miliardi di euro, di cui 958 a titolo di garanzia. E’ quanto emerge dall’indagine Mediobanca R&S sul settore bancario internazionale.

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Nel primo semestre le principali banche europee hanno aumentato la redditivita’ e rafforzato il capitale. E’ quanto emerge dall’indagine R&S Medionanca su 18 banche del vecchio continente: i 16 maggiori istituti per totale attivo e i due maggiori gruppi italiani.

I CONTI
Nei primi sei mesi del 2010 l’utile netto aggregato delle 18 maggiori banche europee e’ cresciuto del 42.5% annuo a 40.5 miliardi. Nel periodo tutte le banche sono tornate all’utile. I ricavi sono saliti del 10.8% a 247.8 miliardi, con un’incidenza del margine di interesse scesa al 52.8% dal 55.3%.

Il secondo semestre del 2009 aveva segnato solo un lieve incremento sul primo del 2009 (+1,7%); su base annua, i ricavi del 2010 sarebbero pari a circa 495,5 miliardi e quindi superiori del 9,9% a quelli del 2009 che a loro volta avevano superato del 4,8% quelli del 2007 (assunti come livello precrisi).

PERDITE SUI CREDITI
Riduzione delle perdite su crediti, attestatesi a 45,1 miliardi di euro, in calo del 29% rispetto al primo semestre del 2009 (63,5 miliardi) e alla seconda meta’ del 2009 (63 miliardi); se confermato anche nella seconda meta’ del 2010, l’attuale volume di accantonamenti porterebbe ad un totale annuo prossimo ai 90 miiliardi del 2008. Significativo miglioramento del risultato netto che si assesta a 40,5 miliardi (+42,5% sul primo semestre 2009); il Roe annualizzato dei primi sei mesi del 2010 raggiunge il 9,1%, livello quasi doppio rispetto al 2009 (5,5%), dopo essere stato negativo sull’intero 2008 ed avere toccato il 15,3% nel 2007.

LEVA IN AUMENTO
La crescita dei mezzi propri (+ 27,3 miliardi, pari al +2,8% rispetto a dicembre 2009), non sufficiente a compensare l’espansione degli attivi, con conseguente aumento della leva (rapporto tra totale attivo tangibile e mezzi propri tangibili) da 28,8 volte a 30, comunque ben al di sotto dei massimi toccati a fine 2008 (45,2x).

AIUTI PUBBLICI
In Europa gli aiuti pubblici alle banche hanno raggiunto un valore cumulato, al lordo dei rimborsi, pari a 1.931 miliardi di euro, 1.522 dei quali a titolo di garanzia (390 miliardi di euro sono ad oggi impegnati dal solo governo britannico).

Per effetto di rimborsi, essenzialmente in Francia ed Olanda, e rinunce a garanzie nel Regno Unito, in Olanda ed in Svizzera, l’esposizione netta dei governi europei ammonta a 1.310 miliardi di euro, di cui 958 a titolo di garanzia.

CORE TIER 1, IN ITALIA SOTTO MEDIA UE
I coefficienti di solvibilita’ delle banche europee mostrano una marcata crescita tra 2008 e 2009, passando da 12,6% a 14,4% (medie semplici), per poi confermarsi a giugno 2010 sui medesimi livelli (14,5%).

Il panel italiano, comprese le due banche maggiori (Uncredit e Intesa SanPaolo, ndr), segna anch’esso un progresso, seppure piu’ modesto tra 2008 e 2009 (da 10,9% a 11,6%), realizzando poi un ulteriore incremento nel primo semestre del 2010 (11,9%).

L’apporto degli strumenti ibridi al Tier1 appare piu’ basso per le banche italiane, arrivando, al massimo, a contribuire per l’1,5% al total ratio, contro la media del 2% degli istituti europei, ma gia’ i valori di core Tier1 sono in Italia piu’ contenuti (UniCredit ed Intesa Sanpaolo sono rispettivamente all’8,4% e al 7,7%, contro il 9,7% della media europea, che comprende i due istituti italiani). Tra le banche europee che fanno maggiore ricorso agli strumenti innovativi di patrimonializzazione si annoverano: Credit Suisse (490 punti base), Deutsche Bank (380 punti base), UBS (340 punti base) e Barclays (320 punti base).

Il Tier1 delle banche italiane supera in un solo caso il 9% (UniCredit) e la media del panel e’ pari al 8,3% contro l’11,7% del campione europeo. Quanto all’apporto del patrimonio supplementare, Tier2, rappresentato tra l’altro da passivita’ subordinate a lunga scadenza e strumenti ibridi, il concorso nel campione italiano (circa 360 punti base) e’ superiore a quello dei maggiori istituti europei (280 punti base). Il core Tier1 (Tier1 al netto degli strumenti innovativi di capitale) e’ in Europa pari al 67% del total capital ratio, il 14% viene dagli strumenti innovativi di capitale ed il restante 19% dalle passivita’ subordinate e da altri strumenti ibridi. In Italia l’incidenza del core Tier 1 e’ appena piu’ bassa (63% del coefficiente complessivo).