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Europa, Borse: rottura sul governo

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L’amministratore delegato di Borsa Italiana, Massimo Capuano, non esclude la possibilità di una quotazione per Piazza Affari, ma sottolinea che la priorità resta un’alleanza europea. “Il collocamento è un’alternativa sicuramente importante, ma l’opzione di una Borsa europea resta prioritaria”, dichiara infatti a margine di un convegno a Milano.
Il dirigente ritorna poi sulla rottura di due giorni fa dei negoziati tra Borsa Italiana e Deutsche Borse sul progetto di un mercato azionario federale europeo, riferendo che la proposta ai tedeschi è fatta “convinti che l’Europa ha bisogno di una Borsa continentale. Per farlo abbiamo trovato un buon punto d’accordo sul modello industriale, con il quale convincere anche Euronext – prosegue Capuano – e sul punto della governance, invece, abbiamo sicuramente fatto dei passi avanti in queste settimane, ma su alcuni elementi che secondo noi erano importanti per dare un connotato di Borsa europea abbiamo trovato dei punti di disaccordo che non siamo riusciti a colmare in questi ultimi tempi”.
Per l’amministratore delegato “è abbastanza difficile qualificare se la rottura dei negoziati sia momentanea o definitiva perché i tempi sono abbastanza stretti” e ricorda l’imminente assemblea di Euronext, “che dovrà tenersi a inizio dicembre e darà luogo a un confronto tra le diverse proposte avanzate”.
Per il momento Capuano esclude eventuali accordi per valutare la possibilità di aggregazione con altre Borse e rinvia a un consiglio di amministrazione di Borsa Italiana per fare il punto della situazione: “E’ prevedibile la convocazione di un board prossimamente, comunque entro la fine del mese”. Alla luce dei nuovi sviluppi, viene chiesto se la Borsa Italiana riconsidererà la propria quotazione: “L’Ipo non è mai stata messa da parte – risponde Capuano – ma solo congelata, era un progetto avviato quando era stata possibile farla partire, ma quando poi abbiamo verificato che c’erano opportunità importanti per i nostri azionisti utenti, come integrazione a livello europeo, non abbiamo accantonato, ma solo congelato” per favorire il progetto di Borsa europea. Nella convinzione, ribadisce, che questa “sia una proposta di valore per tutti: utenti, per il mercato finanziario e per l’Europa”.
Intanto il New York Stock Exchange (Nyse), la Borsa più importante del mondo, annuncia la decisione di tagliare il 17 per cento del suo attuale organico come conseguenza della recente fusione con Archipelago Holdings, che opera nel trading elettronico. Lo rivela Bloomberg News. La riduzione di personale riguarderà 500 unità, inclusi 120 consulenti a tempo pieno; il taglio sarà avviato con decorrenza immediata e sarà completato entro il mese di marzo dell’anno venturo. Attualmente il Nyse ha 2.914 dipendenti. La riduzione di organico interesserà diversi settori, anche se non sarà toccata la consistenza del personale in dotazione agli uffici che si occupano delle funzioni di controllo del mercato.
Quella annunciata ieri è la più incisiva riduzione del personale da parte del Nyse dal lontano 1991 e fa seguito alla decisione presa nello scorso marzo di eliminare 950 posizioni lavorative, in coincidenza con la fusione con Archipelago. Proprio la fusione con la piattaforma di scambi elettronici determina la trasformazione di Wall Street in una società quotata, non più senza finalità di lucro.
Entro la fine del prossimo anno l’amministratore delegato della Borsa statunitense, John Thain, si impegna a ridurre i costi per 200 milioni di dollari. I tagli sono decisi anche in vista della prossima scadenza legata al consenso che dovranno dare gli azionisti del Nyse alla fusione con Euronext, un’operazione che vale oltre 12 miliardi di dollari. Dopo aver completato quest’operazione la borsa Usa è attesa al taglio di ulteriori 275 milioni di dollari di costi nei tre anni successivi.