
Legnano – In un mercato avaro di oscillazioni di prezzo considerevoli e ai minimi storici per quello che concerne la volatilità, sono stati i numerosi dati statunitensi a farla da padrone.
Primo fra tutti per importanza quello sui prezzi al consumo, invariato in luglio, contro il +0,2% atteso dagli analisti (l’indice “core”, esclusi prezzi alimentari ed energetici, è cresciuto dello 0,1%, mentre l’attesa era per un +0,2%). Su base annuale i prezzi al consumo sono cresciuti dell’1,4%, il minimo dal 2010, mentre il dato “core” è salito del 2,1%, il minimo dal 2011 e all’interno del range considerato ottimale dalla Federal Reserve.
Buono il dato sulla produzione industriale con un incremento dello 0,6% così come quello sull’immobiliare, finora pesante fardello alla ripresa dell’economia a stelle e strisce, con una crescita della la fiducia dei costruttori.
A fare da contraltare, rendendo il quadro generale contrastato, ci ha pensato il settore manifatturiero perché in agosto l’indice Empire State della Fed di New York è passato in territorio negativo dopo 8 mesi.
Focus dunque sull’economia americana, laddove dal versante delle altre due macroaree economiche, Europa e Cina, non giungono news di rilievo.
Vale la pena di sottolineare l’indiscrezione del Financial Times secondo cui il premier greco Samaras incontrerà i vertici francesi e tedeschi per prospettargli un allungamento del piano di taglio della spesa in 4 anni, invece che nei due concordati. Crediamo che questo troverà la fiera opposizione dei sostenitori dell’austerity e potrebbe portare al riacuirsi delle tensioni sul fronte europeo, il quale vivrà un settembre densissimo di tappe cruciali per il destino dell’Eurozona.
Intanto le Borse Europee hanno terminato ieri la seduta di contrattazioni in leggero territorio negativo (DAX 30 di Francoforte a -0,40%, il CAC 40 di Parigi a – 0,03% e l’IBEX 35 di Madrid a 0,06%, Milano chiusa per ferragosto), mentre Wall street fa registrare un +0,11% del S&p500, il -0,06 del Dow Jones e il +0,28del Nasdaq. Ad ogni modo, dalla ottica di nostro maggiore interesse, quella cioè di trading, è evidentemente più utile rivolgere l’attenzione all’analisi grafica con l’individuazione dei livelli di prezzo più importanti.
Eur/usd
Di nuovo giù l’Eurodollaro che ieri è andato a testare la trendline di supporto dinamico passante ora per l’1,2280. Una sua eventuale violazione spezzerebbe la seppur sfumata tendenza rialzista del cambio, facendoci guardare all’importantissimo livello di 1,2130 (preceduto dall’1,2240 e 1,22). Al rialzo è 1,2330 ancora il prezzo di riferimento.
Gbp/usd
La figura che guida il cable è un triangolo, ben visibile su un grafico daily, che ha come lato inferiore la trendline rialzista ora passante per 1,5550 e come lato superiore la resistenza statica posta a 1,5760. Resta interessante notare, per un’ottica intraday, l’area di resistenza rappresentata dalla confluenza di media mobile a 100 e 200 periodi su un grafico a 4 ore a 1,5520 e l’ultimo massimo significativo a 1,5730 al rialzo.
Usd/jpy
Siamo finalmente usciti dall’area congestiva che vedeva il cambio muoversi mai al di fuori del range che va da 78 a 78,80. La rottura della media mobile a 200 periodi su un grafico daily testimonia il break out che potrebbe porsi come target l’ambizioso livello di 80, laddove ora il 78,80 diventa un importante supporto.
Aud/usd
Sembra essere ribassista ora la view sull’aussie, in presenza di una potenziale divergenza ribassista sul grafico daily. Ieri peraltro il prezzo si è arrestato perfettamente sulla media a 21 del medesimo time frame passante per 1,0450 che ora è il principale supporto. 1,0510 e 1,0540 sorvegliati speciali invece in caso di ripresa della quotazione.
Nzd/usd
Discorso pressoché simile per il kiwi il quale dopo aver rotto il trend rialzista una settimana fa sta violando i diversi supporti sul suo cammino. Ora è lo 0,8040 il primissimo obiettivo prima del più ambizioso 0,7970, importante area di supporto e confluenza di medie di lungo sul daily.
Ger30
Anche in questo caso ci troviamo all’interno di un triangolo che ci fa assistere a una progressiva restrizione del range di escursione dei prezzi e che potrebbe portare sul breakout a una teorica proiezione a 7050 al rialzo e 6830 al ribasso.
USOil
Continua con buona forza il rialzo del WTI, sul quale però potrebbe oggettivarsi una divergenza ribassista sul grafico daily, la quale potrebbe essere suffragata dalla rottura del primo livello di supporto posto a 92,50. Il 97 figura resta ancora l’importante target al rialzo.
Xau/usd
In atto anche sul grafico del metallo giallo una divergenza ribassista sul grafico daily che ha già manifestato i suoi effetti e che potrebbe portare ora al livello di 1585 dollari l’oncia. Ribadiamo ancora invece il 1635 come snodo cruciale per un’ascesa della quotazione.
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