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Eurodollaro: i supporti tengono, nonostante ondata di scetticismo

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Legnano – C’è veramente poco da commentare a livello macroeconomico questa mattina, inoltre dall’andamento del mercato valutario ci arrivano conferme che ci si sta muovendo soltanto in base ai livelli tecnici, senza apparenti motivi dietro a certi movimenti.

Pensiamo all’eurodollaro, che come vedremo tra poco ha rimbalzato su un livello di supporto importante e si è riportato ben sopra 1.3700, pur essendoci arrivati rumor sulla soluzione del problema del debito europeo che vedono la decisione rimandata al prossimo mercoledì, anziché riuscire a rispettare il termine richiesto da Stati Uniti, Giappone e Paesi Emergenti durante l’ultimo G20.

L’unico comunicato ufficiale, rilasciato ieri dall’Eliseo, riguarda un incontro che avverrà sabato sera tra la Cancelliera tedesca Angela Merkel ed il presidente francese Nicolas Sarkozy, incontro che andrà a precedere il summit di domenica ed il Consiglio Europeo.

Questa notizia, insieme con la fiducia dei consumatori europei rilasciata a -19.9, sostanzialmente in linea con le aspettative e sui livelli più bassi dall’agosto del 2009, ha pesato sulle borse, che hanno visto dei forti cali in Europa (colpiti soprattutto i bancari) con l’indice italiano che ha perso il 3.78%, e sui mercati obbligazionari italiani, che hanno vissuto dei forti sell off, facendo salire in maniera molto veloce ed importante i rendimenti, che per il BTP ha toccato il 6% (il redimento tra bund e btp è arrivato a quota 400 punti, cosa che non accedeva dallo scorso 23 settembre).

La situazione di incertezza e di nervosismo sta dunque perdurando e non sembra ci siano le basi affinchè migliori durante quest’ultimo giorno della settimana.

Tutto questo però, come accennato in apertura, non sta avendo effetti diretti sul mercato valutario, o meglio, ne sta avendo ma con il solo risultato di aumentare la volatilità, senza tuttavia essere in grado di far partire movimenti direzionali importanti, se non in rare eccezioni che comunque si limitano a movimenti importanti che si mantengono comunque all’interno di ampi range laterali (pensiamo per esempio al movimento visto ieri sull’eurofranco, sceso velocemente da 1.24 ¾ a 1.2200, mantenendosi ben all’interno del range 1.2000/1.2500, scomponibile di figura in figura). Continuiamo dunque a monitorare i livelli tecnici che si stanno rendendo sempre più importanti in momenti come quello che stiamo vivendo e cerchiamo di sfruttare eventuali divergenze tra prezzi ed oscillatori, in grado di farci catturare movimenti di inversione di breve periodo.

L’eurodollaro, nonostante una rinnovata ondata di scetticismo sui mercati, si trova su livelli di ieri mattina. Dal punto di vista tecnico è stato messo da parte il segnale ribassista che sembrava potesse giungere dalla figura di testa spalle proprio perché la neckline, il supporto dinamico di 1.3660, è rimasto inviolato. Sono quindi due ora i livelli più interessanti da osservare: abbiamo la linea di supporto, valida ancora per le prossime evoluzioni del cambio, ed abbiamo poi una resistenza dinamica posta a 1.3820, livello dove transita la trendline discendente dai massimi raggiunti in settimana dalla moneta unica. Una rottura a rialzo porterebbe ad un probabile apprezzamento del cambio sino a ritornare in area di 1.3920.

Il cambio UsdJpy prosegue il proprio percorso di “riflessione” che dura oramai da 53 giornate operative. È oramai chiaro come ci si debba accontentare di quelli che sono i lievi movimenti di giornata, almeno sino ad una rottura di 76 o di 78. Per le prossime ore un buon livello di supporto (ed eventualmente breakout) potrebbe trovarsi a 76.65.

L’euroyen, ancora una volta ieri, ha dimostrato quanti interessi siano presenti in area 105. Per l’ennesima volta, a distanza di un mese, vediamo infatti i prezzi rimbalzare perfettamente da quest’area allontanandosi velocemente. Coincidendo anche con la media di lungo (su grafico a 4 ore) e con la linea di tendenza positiva (con origine al 3 ottobre) possiamo continuare a considerarlo come una sorta di bussola per scoprire il cammino nel medio periodo. Il livello di resistenza, sino a che rimarremo in quest’area, è dato da 106.30-106.50.

La ripresa del cable, al pari di quella vista su euro, ha avvicinato i prezzi alla parte alta del canale mantenuto nell’ultima settimana. Ci riferiamo a 1.5870, ancora livello di maggior interesse per anticipare un’eventuale ripresa del cambio.

Davvero interessante l’evoluzione che sta compiendo il cambio UsdChf. Grazie al massimo di ieri non superiore a 0.9070 è stata terminata la seconda spalla di quella figura di testa spalle introdotta già ieri mattina: ora non resta che attendere qualche ora, per una conferma o meno della validità della figura. Questo potrà avvenire solamente con la rottura di quella che è la neckline passante per area 0.89, che dovrebbe fornire quello spunto necessario ai prezzi per andare a mostrare livelli visti l’ultima volta durante la ripresa. Più precisamente, l’analisi tecnica suggerisce che un eventuale obiettivo a questa importante figura di inversione potrebbe trovarsi inizialmente in area 0.85 (livello ambizioso ma dobbiamo pensare di trovarci su un grafico giornaliero). Un nuovo ritorno dei prezzi al di sopra di 0.9070 cancellerebbe la figura e gli obiettivi.

Anche ieri abbiamo avuto conferma di quanto sia complicato per il cambio EurChf riuscire a stabilirsi al di sopra di 1.2430. I prezzi sono giunti temporaneamente al di sopra di questo livello senza però, ancora, mostrare una chiusura giornaliera al di sopra. Questo è un fattore importante dato che la linea di tendenza continua ad andare avanti da 22 mesi e servono conferme di timeframe di lungo periodo.

Concludiamo con un breve aggiornamento sul dollaro australiano, che contro il biglietto verde continua a viaggiare all’interno di quella figura a rettangolo delimitata da una resistenza posta a 1.0360 e da un supporto posto a 1.0115.

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