Ma conviene o no continuare a scommettere sull’euro? Per chi ha puntato sulla corsa della moneta unica – che indubbiamente c’è stata, ed è stata anche a dir poco repentina – questo è un momento cruciale.
L’interrogativo che tutti hanno in mente è, infatti, il seguente: continuare a puntare ancora verso l’alto, oppure fermarsi e riflettere sul da farsi? E, magari, guardare anche ad altro, cambiando totalmente la natura degli asset su cui si dirigono le proprie scelte di investimento?
Fortunatamente, qualche dubbio sul futuro della valuta sarà smorzato tra poche ore, quando il presidente della Fed Ben Bernanke prenderà la parola e darà – si spera – dettagli sulla tempistica e sulle modalità con cui le misure di quantitative easing (sulle quali ormai tutto il mondo scommette) si concretizzeranno.
La chiave di tutto, infatti, è tutta qui: basterà una semplice dichiarazione di Bernanke “meno espansiva”, a sgonfiare le aspettative di molti operatori e a far sorgere un terribile sospetto: e se l’iniezione di liquidità della banca centrale americana dovesse essere inferiore alle aspettative?
Alcuni esperti intervistati dal canale televisivo Class Cnbc hanno detto la loro su quanto sta accadendo e hanno dato anche consigli a chi opera in questo mercato ancora così incerto. Tra loro c’è stato anche qualcuno che ha invitato a lasciar perdere il mondo del forex.
Riferendosi in particolare al fenomeno del Super euro, Gian Marco Salcioli, di Citigroup, ha affermato che nei confronti del dollaro l’ascesa dell’euro si sta confermando “estremamente veloce” e il “rischio evento è proprio che la Fed” deluda i mercati.
Detto questo, un “sondaggio tra i nostri clienti ha rivelato che almeno il 90% degli intervistati si aspetta una manovra di quantitative easing di 500 miliardi di dollari”. Il target per l’euro/dollaro è dunque al momento di 1,4350. Ma in ogni caso questo rialzo così veloce induce a “temere una correzione, anche se stimiamo piuttosto una fase di consolidamento”, che un vero e proprio dietrofront.
Niccolò Pini, gestore di Banca Ifigest, ha avvertito invece sui pericoli del mercato valutario in generale, preso nel suo complesso. “Il mercato valutario è molto rischioso, estremamente pericoloso, in quanto caratterizzato da movimenti forti e improvvisi e dalla presenza di molta volatilità”.
Pini si è riferito alla guerra valutaria in corso, che sta portando diverse economie a gareggiare tra loro al fine di svalutare la propria moneta e assicurarsi così una maggiore crescita delle esportazioni.
E’ proprio tale “gara” a rendere il mercato, al momento, uno dei meno sicuri. E la speranza a questo punto è che in occasione della prossima riunione del G20 a Seul, i grandi del mondo “riescano a trovare una soluzione, mostrando di avere un intento comune”.
In una situazione del genere, per l’esperto è comunque meglio puntare sul mercato azionario, “che è l’unico asset un po’ sottovalutato rispetto agli altri”. Pini consiglia dunque di privilegiare l’azionario, in particolare i titoli tecnologici e gli industriali, mentre le “banche sarebbero da evitare se non in un’ottica di trading”. L’obbligazionario, che presenta ormai “rendimenti molto bassi”, dovrebbe essere invece alleggerito.
Tornando al mistero relativo al trend euro/dollaro Carlo Corradin, analista tecnico di B&S, ha affermato infine che i margini di rialzo per la moneta unica ci sono ancora, e che la prossima resistenza è tra 1,4250 e 1,43 dollari.
Ma anche per lui il quadro diventerà più chiaro appunto questo pomeriggio, quando parlerà Bernanke.
La parola, a questo punto, spetta dunque al numero uno della Banca centrale americana. E la trepidazione è alta, per capire la natura di questo “mito” di nuove manovre di quantitative easing della Fed, che tutti attendono. Come se fossero un salvagente per il mondo intero.