Società

EURO SUPERSTAR: VOLERA’ GRAZIE
AI PETRODOLLARI

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(WSI) – Gli Emirati Arabi e il Qatar sono pronti a investire parte delle riserve valutarie (per circa 30 miliardi di dollari) in euro, perché scommettono sull’apprezzamento della moneta unica. La decisione era nell’aria da tempo. E per gli Emirati Arabi potrebbe diventare ufficiale già a maggio, stando a quanto dichiarato dal governatore della banca centrale, Bin Nasser Al-Suwaidi.

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«L’anno scorso abbiamo alleggerito le posizioni in euro – ha sottolineato il suo collega del Qatar, Abdullah Bin Khaled Al-Attiyah – Ora potremmo tornare a comprare». Tutto ciò, ovviamente, dovrebbe modificare i rapporti di forza tra euro e dollaro nei forzieri dei Paesi arabi, invertendo una tendenza consolidata da tempo: molti Stati del Golfo Persico hanno valute legate al dollaro. E questo li ha portati a sottoscrivere Treasury per circa 4.200 miliardi di dollari.

Ma adesso, la musica potrebbe cambiare: anche perché da investire ci sono 270 miliardi di dollari derivanti dalle vendite di petrolio a prezzi super. Il mercato valutario sta già scontando questa ipotesi. Nell’ultima settimana l’euro è balzato da 1,2 a 1,22 contro il biglietto verde (ieri ha guadagnato quasi un punto percentuale). E considerato che la forbice tra i tassi americani ed europei è destinata a ridursi (complice la stretta monetaria inaugurato dalla Bce), il trend potrebbe rafforzarsi nei prossimi mesi. Anche in virtù di numeri eloquenti.

La banca centrale degli Emirati Arabi – stando al numero uno Bin Nasser Al-Suwaidi – potrebbe portare il peso dell’euro nelle riserve dal 2% al 10 per cento. Lo stesso potrebbe avvenire in Oman, dove il 30% dei forzieri è investito in euro e sterline e il restante 70% in dollari. La banca centrale del Kuwait ha dichiarato di avere «buone riserve in moneta unica, ma anche in dollari», sottolineando che «sta valutando le performance dell’euro». Qualcosa, insomma, si muove. E presto le conseguenze sul mercato valutario e sull’euro/dollaro potrebbero essere molto rilevanti.

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