New York – Il nervosismo per l’imminente emissione di titoli di stato spagnoli pesa come un macigno sulle contrattazioni della valuta unica. E’ la prima volta negli ultimi due mesi che l’euro scende sotto la soglia di 1,30 dollari. Il tutto mentre i leader dell’Europa Unita stanno tentando in tutti i modi di contenere la crisi del debito sovrano che coinvolge ormai tutta la regione, anche la parte ‘core’.
Le notizie pubblicate dai grandi media sembrano suggerire che i mercati siano nel panico per via dei deficit fiscali dei paesi della periferia. In realta’ gli investitori sono preoccupati per gli effetti devastanti che l’austerita’ avra’ sull’economia. Per la Spagna, ad esempio, si aprono due strade possibili: o esce dall’euro o finisce nelle braccia del MES, l’European Stability Mechanism che impone sacrifici alla popolazione nel nome del pareggio di bilancio.
Le notizie pubblicate dai grandi media sembrano suggerire che i mercati siano nel panico per via degli elevati deficit fiscali dei paesi della periferia. In realta’ gli investitori sono preoccupati per gli effetti devastanti che l’austerita’ avra’ sull’economia in particolare della Spagna. Per la quale, ad esempio, si aprono due strade possibili – entrambe poco incoraggianti: o esce dall’euro o finisce nelle braccia del MES, l’European Stability Mechanism che impone sacrifici alla popolazione nel nome del pareggio di bilancio. Nessuno vuole investire su un’economia stagnante o prestarvi denaro.
In settimana il Tesoro di Madrid collochera’ sul mercato bonos a scadenza 12 e 18 mesi per un ammontare di 3 miliardi di euro – martedi’ – e il 19 aprile debito con consegna ottobre 2014 e gennaio 2022. Un ministro del paese iberico ha esortato alla Bce di fare di piu’ per cercare di risolvere i gravi problemi del mercato del debito. I rendimenti del decennale spagnolo di riferimento hanno toccato quota 6,15% sulla scia dei crescenti timori circa la capicita’ di Madrid di uscire dalla crisi.
L’euro cede terreno per il secondo giorno di fila contro lo yen, raggiungendo i minimi dal 2010 contro lo sterlina. Lo yen si e’ rafforzato contro tutte le valute principali mentre l’azionario si indebolisce, nell’ambito di un calo dell’appetito per gli asset rischiosi e di una contemporanea caccia ai beni rifugio.
Cede quota anche lo yuan cinese, dopo che la banca centrale nazionale ha deciso di raddoppiare la cosiddetta ‘banda di trading’, ovvero la soglia di prezzo fissata per la valuta.
Al momento l’euro cede lo 0,5% a $1,3018 dopo essere scivolato in area $1,2995 nella prima mattina, il livello piu’ basso dal 16 febbraio. Sullo yen la moneta unica perde lo 0,9% a quota 104,86 yen, dopo aver toccato i minimi di seduta di 104,65 il minimo dal 20 febbraio. Contro la sterlina britannica la moneta unica perde lo 0,5% a 82,10, un livello che non si vedeva da settembre 2010. Lo yen, intanto, accelera di mezzo punto percentuale sulla divisa statunitense a 80,55 per dollaro.
E c’e’ gia’ chi come Jeremy Stretch, head of currency strategy dell’istituto canadese Imperial Bank of Commerce, che vede un tracollo in area $1,26.