Mercati

Euro: sembrava una correzione temporanea ed invece estende i cali

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Legnano – Brutti dati dalla Cina e bollettino mensile della BCE. Queste le cause dei forti movimenti a ribasso cui abbiamo assistito ieri sui mercati. Partiamo dalla Cina, quello che la BCE ha detto potrebbe giĂ  essere nelle nostre menti.

I dati sull’export cinese hanno mostrato un calo degno di essere definito quasi uno stop, con un decremento del 10.3% rispetto alla rilevazione precedente e con ben 7 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni dell’8%. Anche sul fronte import il dato ha fatto segnare un 4.7%, contro attese che si aggiravano intorno al 6% e la bilancia commerciale è rimasta in attivo, ma con circa 10 miliardi in meno rispetto ai circa 35 stimati. Questo va ad aggravare il quadro dipinto tra ieri e l’altro ieri sul colosso cinese, che vede un’inflazione all’1.8%, produzione industriale e vendite al dettaglio rispettivamente al 9.2% e 13.1% (queste in linea con le aspettative) ed ora, un forte rallentamento sul fronte export.

Tutto ciò ha mostrato i propri effetti sui mercati, che hanno approfondito le correzioni cominciate ieri dopo la pubblicazione del bollettino mensile della Banca Centrale Europea, all’interno del quale si è andati a dipingere un quadro che tutti noi conosciamo, con attenzione alla situazione occupazionale che rimane molto tirata ed il ribadire la volontà di interventismo a mercati aperti per salvare l’euro, oltre alla richiesta esplicita ai diversi Governi di attivare gli scudi salva spread in quanto, rendimenti così diversi tra i vari Paesi, sono inaccettabili. Parole, parole, parole avrebbe cantato qualcuno.

Il risultato è stato chiaro, la moneta unica europea ha perso ulteriore terreno contro la maggior parte delle valute contro cui è quotata e, rispetto al dollaro americano, è riuscito a portarsi sotto 1.2300, livello dove stiamo consolidando.

I maggiori riflessi dopo i dati cinesi li abbiamo avuti sul dollaro australiano, che complice lo statement di politica monetaria non brillante dopo il mantenimento dei tassi al 3.50%, si è riportato sotto 1.0550 contro il dollaro americano.

Oggi avremo soltanto dati sull’occupazione canadese. Un’ultima indicazione. Attenzione, lo ribadiamo, alla diminuzione di volatilità che avremo da domenica sera, alla riapertura asiatica.

EurUsd
Sembrava una correzione temporanea ed invece ci troviamo a fare i conti con un movimento contrario al principale di settimana scorsa che ha portato ad un ritracciamento quasi totale. Se osserviamo, infatti, il movimento in calo incominciato sul doppio top di 1.2440, vediamo come questo si sia fermato, ieri, molto vicino a 1.2250 (il 61,8% del movimento positivo che sino ad inizio settimana sembrava puntare a rialzo). Preso atto del canale ribassista che sino ad ora si è venuto a creare, la svolta potrebbe arrivare sopra 1.2325.

UsdJpy
L’ennesima conferma del livello di resistenza chiave di UsdJpy, 78.75, rafforza ancora di più la nostra idea. Il range sembra restringersi oramai da una settimana esatta (evidente grazie alla trendline positiva che dal 2 agosto fa segnare minimi crescenti), fatto che dovrà portare ad una svolta a breve. 79.20 è il primo livello obiettivo da considerare oltre un’eventuale rottura.

EurJpy
Anche il cambio EurJpy presenta un movimento correttivo, sebbene la tendenza di breve in calo sia meno ampia del correlato eurodollaro. Per le prossime ore la proiezione a ribasso del canale discendente degli ultimi due giorni di trading, indica 96 figura come supporto dinamico.

GbpUsd
Si è rivelato ancora una volta un difficile livello da superare 1.5670: questo rende la resistenza valida anche per la giornata entrante. Poco al di sopra di 1.56 vediamo essere confermato da diversi fattori (media mobile a 100 e 200 periodi su grafico H4, nonché transito della trendline positiva che ha origine il 2 agosto scorso) il supporto per oggi.

UsdChf
0.9740 è stato alla fine superato e, come atteso, ha portato ad una buona dose di volatilità a rialzo (50 pip). Consideriamo la resistenza dei giorni scorsi come livello di supporto, così come a 0.9840 si trova la resistenza, data dal punto di transito della trendline negativa originata il 24 luglio scorso.

AudUsd
Il calo del dollaro australiano, avvenuto per fattori esterni (dati cinesi peggiori del previsto) ha impedito l’attacco ai precedenti massimi visti in area 1.0640. La tendenza, sino ad ora, di medio/lungo periodo non sembra essere in pericolo dato che indichiamo a 1.0450 il livello di vera svolta ribassista.

GER30
Il GER30 viaggia, oramai da qualche giorno, in un range perfettamente laterale ampio 100 pip. 7,000 e 6,900 sono i due estremi: teniamo presente che, trovandoci all’interno di una tendenza ancora positiva, la rottura della parte alta del range indicato potrebbe generare un movimento ampio a sufficienza per raggiungere l’obiettivo di 7,080, individuabile grazie al massimo di riferimento precedente visto a marzo scorso.

ITA40
Non cambia la situazione tecnica del nostro indice di casa, ITA40, che trova ancora una volta in 14,500 un forte livello di supporto e disegnando negli ultimi giorni una precisa figura a rettangolo. Oltre 14,775 si dovrebbe materializzare il raggiungimento di 14,925.

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