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EURO RIVEDE 1,29, ATTESA STRETTA FED PIU’ DECISA

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L’ euro è in calo sul dollaro e oscilla poco sopra quota 1,30 dopo aver perso terreno in scia al dato sulle compravendite di asset Usa da parte di investitori stranieri, tornate a salire oltre le attese a novembre scorso. Il saldo netto si è infatti attestato a 81 miliardi di dollari (contro 48,1 miliardi di ottobre), raggiungendo il livello più consistente dallo scorso giugno.

Il ritrovato appeal degli asset Usa rivitalizza dunque il biglietto verde e dà un altro scossone alla valuta unica oggi indebolita già dall’apertura delle contrattazioni in scia all’ attesa di un’accelerazione della stretta monetaria da parte della Federal Reserve. Nella mattinata l’euro aveva infatti raggiunto un minimo di seduta di giornata a 1,2995, ovvero il livello più basso da due mesi, proprio in attesa degli interventi di alcuni autorevoli esponenti della Federal Reserve che si riteneva confermassero l’indirizzo di un’accelerazione del trend rialzista avviato dalla Fed lo scorso anno.

Non sono poi giunte dichiarazioni troppo esplicite al riguardo ma la sensazione che la Banca centrale Usa sia proiettata verso una stretta più decisa è ormai diffusa tra gli operatori che, a questo proposito, guardano con particolare attenzione all’indice dei prezzi al consumo a dicembre in programma domani. Le stime prevedono un dato mensile invariato (contro +0,2% a novembre ) e un leggero rialzo dello 0,2% per il dato depurato dalla voce alimentare e energia, in linea con il mese precedente. Su base annuale il dato core dovrebbe attestarsi a +2,3% da +2,2% del mese precedente, a confermare un’inflazione sotto controllo ma su cui la Federal Reserve intende vigilare operando una adeguata stretta.

I dati da inizio anno giunti da oltreoceano, generalmente di tono positivo sullo stato di salute dell’economia Usa, incoraggiano inoltre ad accelerare il passo sui rialzi. Proprio questa attesa del mercato ha permesso al dollaro di recuperare il 3,8% da inizio anno. Deutsche Bank prevede che la Fed alzerà il tasso overnight per i prestiti bancari al 4% nel 2005, per giungere a una “posizione neutrà del 5% entro metà 2006. Ma sempre secondo Deutsche Bank, in linea peraltro con la maggior parte degli esperti, il recupero del dollaro avrà comunque vita breve in quanto i timori per gli esorbitanti deficit di bilancio e delle partite correnti che affliggono gli Usa innescheranno nuove perdite per il biglietto verde nel 2005.