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Euro: ragioni e conseguenze di un esperimento fallimentare

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New York – Dopo 12 anni di vita l’euro si e’ rivelato un esperimento fallimentare. Non e’ stato un incidente o il risultato di una gestione burocratica infelice. Ha fallito per il semplice fatto che e’ stata imposta una singola valuta a un gruppo di paesi eterogenei diversi tra loro. Per scopi puramente politici.

L’idea espressa da Martin Feldstein, economista docente all’Universita’ di Harvard, non potrebbe essere piu’ chiara. Le conseguenze negative dell’introduzione dell’euro, nel 1999, non si limitano alla crisi del debito sovrano in buona parte dei paesi appartenenti all’Eurozona, bensi’ si estendono alle condizioni fragili delle banche europee, agli alti livelli di disoccupazione e all’ampio deficit commerciale. Tutti fattori che ora minacciano gran parte degli stati membri.

Anche l’obiettivo politico di creare di un’Europa armoniosa – sottolinea su Foreign Affairs l’ex consulente economico numero uno del governo Reagan – e’ un non e’ stato raggiunto. Francia e Germania hanno dettato i tempi agli altri paesi che stanno progressivamente perdendo sovranita’ e a cui e’ stato imposto di adottare misure di austerita’ dolorose (si guardi al caso della Grecia e dell’Italia) in cambio di aiuti.

Parigi e Berlino non sono sulla stessa linea d’onda su diversi argomenti cruciali, come il ruolo che deve avere la Banca centrale europea e sui modi e i tempi con cui condividere il peso dell’assistenza finanziaria.

L’impeto iniaiziale che ha portato alla creazione dell’Unione Monetaria Europea e all’euro e’ stato politico, non economico, secondo Fledstein, classe 1939. I politici del Vecchio Continente pensavano che l’utilizzo di una valuta comune avrebbe inculcato nelle menti dei cittadini europei un forte senso di appartenenza a una stessa comunita’. Allo stesso tempo, spostando le responsabilita’ dalle capitali nazionali a una banca centrale a Francoforte, l’intenzione era quella di dare un segnale di cambiamento politico netto.

Il motivo principale per una maggiore integrazione politica europea e’ stato, e puo’ essere ancora, il rafforzamento del ruolo dell’Europa nel mondo degli affari, in tempi di globalizzazione di concorrenza spietata da parte delle grandi potenze mondiali come Russia e Usa e dei paesi in via di sviluppo come il blocco di Bric.

Nel 1956 subito dopo che gli Stati Uniti costrinsero la Francia e il Regno Unito a ritirare le loro forze dal Canale di Suez, il cancelliere tedesco Konrad Adenauer disse ad un uomo politico francese che i singoli stati europei non sarebbero mai diventati potenze mondiali di prim’ordine. E che “rimane un modo solo per poter giocare un ruolo decisivo nel mondo: quello di unirsi in un grande blocco per formare l’Europa unita”.

“L’Europa sara’ la vostra rivincita”. Un anno dopo veniva firmato il Trattato di Roma e lanciato il mercato comune.