L’euro ha sfondato il massimo storico di 1,1933 raggiunto nei confronti del dollaro il 27 maggio scorso e ora viaggia a quota 1,1957 contro gli 1,1749 del tardo pomeriggio di martedi’.
Le prospettive di tassi di interesse bassi ancora per lungo tempo, alla luce di un’ inflazione rimasta ferma ad ottobre, e’ certamente uno degli elementi che contribuisce ad appesantire le quotazioni del biglietto verde, accanto al rischio terrorismo e alla critica situazione in Iraq.
In più, un rapporto del governo ha evidenziato il forte calo di interesse di investitori esteri verso asset Usa riportando in primo piano la questione del record del deficit delle partite correnti. Voce quest’ultima che ha raggiunto i 138,7 miliardi di dollari nel secondo trimestre a dispetto dell’indebolimento del dollaro e che ormai, secondo gran parte degli economisti, appare insostenibile.
Il fatto è che a settembre il flusso di capitali stranieri è stato nettamente inferiore con un saldo netto positivo per appena 4,190 miliardi di dollari, dai 49,902 mld del mese precedente ed ai 73,368 mld di luglio. La scarsa attrattiva del mercato statunitense rispecchia uno scenario di tassi di interesse ai minimi da 45 anni almeno fino alla prossima primavera.
Queste infatti le previsioni comunicate dai banchieri della Fed la scorsa settimana e che oggi sembrerebbero confermate dal dato deludente sull’inflazione di ottobre. Lo spettro della disinflazione, più volte citato proprio dalla Federal Reserve, allontana l’ipotesi di un ritocco al rialzo del costo del denaro, facendo sì che gli investitori esteri orientino i loro capitali verso asset più redditizi.
Il differenziale dei tassi alimenta così il rally dell’euro, mentre la moneta americana fa i conti anche con la minaccia di attacchi terroristici e con la prospettiva dissanguante, anche sotto il profilo dei costi, dell’intensificarsi delle operazioni militari in Iraq. E’ solo di ieri il dato sul deficit pubblico Usa che ad ottobre ha sfiorato i 70 miliardi di dollari.
In attesa che dall’incontro tra il presidente americano Bush e il premier britannico Blair emergano maggiori dettagli sugli sviluppi della crisi irachena, la divisa statunitense torna a perdere terreno sullo yen a 108,0 (108,9 degli ultimi scambi di ieri) e sul franco svizzero balzato a 1,3065 (1,3236).