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Euro oltre quota 1,37 usd, ma quanto durerà la ripresa?

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(WSI)- Ci svegliamo questa mattina con la reazione che doveva esserci dopo la sostanziale tenuta dei mercati di venerdì. La comunicazione che l’Irlanda abbia accettato di buon grado il pacchetto di aiuti da 90 miliardi gentilmente offertogli dall’Europa, che potremmo descrivere in maniera meno idilliaca con “gli irlandesi abbiano dovuto accettare gli aiuti imposti loro dall’Europa”, ha comunque sortito l’effetto di calmierare il sentiment negativo di mercato sulla valuta europea ed il risultato è stato quello di vedere euro acquistati, un po’ contro tutto.

Il piano prevede l’elargizione di una cifra che si muoverà tra gli 80 ed i 90 miliardi nei prossimi tre anni, a fronte di un impegno del Paese ad attuare dei tagli di 6 miliardi entro il 2011, e fino a 15 entro il 2014. Obiettivo: riportare il rapporto deficit/Pil entro la soglia consentita del 3%.

Le reazioni degli irlandesi, che con orgoglio hanno mugugnato su questa decisione, si sono basate sul fatto che l’Irlanda avesse a disposizione denaro (senza doverne andare a reperire di nuovo), fino a metà del 2011. Il motivo alla base della decisione dei ministri finanziari europei è stato però concentrato su un problema di più grande portata, la tenuta della stessa moneta unica, e con essa dell’Unione europea.

Le parole utilizzate, per giustificare l’utilizzo (per la prima volta) del fondo Salva-Stati, costituito dopo l’inizio della crisi, sono state “garanzia di salvezza dell’euro e della stabilità dell’Unione Europea”. I mercati sembrano per ora averci creduto, vedremo come apriranno le borse europee, in caso di una loro salita potremmo cominciare a dover rivalutare quale dei mille, sia il problema su cui dovremo concentrarci per i prossimi giorni, se ancora l’euro, se il QE Usa, se la possibilità che la Cina metta in atto misure antinflazionistiche (rialzi dei tassi, aumenti delle riserve presso le banche, ma soprattutto agendo su quello che è il suo più potente strumento a disposizione, ovvero dare un peso diverso a livello temporale all’erogazione di credito, andando a lasciare l’importo totale costante ma distribuendolo in maniera maggiore durante il secondo semestre 2011 in modo da sbollentare la situazione nei mesi futuri), le possibili strette che verranno verosimilmente attuate (per chi non l’ha già fatto) sull’ingresso dei flussi di capitali nei Paesi emergenti, e chi più ne ha più ne metta.

EurUsd – grafico 60 min

Quello che è certo è che dall’Europa è arrivato un segnale forte, che ci fa capire come non voglia essere nemmeno accettata, in un periodo come questo, l’idea che la moneta unica possa saltare, ma attenzione che la situazione di fondo non è cambiata e a meno che si mettano in atto manovre di coordinamento decise, i problemi prima o poi salteranno fuori nuovamente. E con questo non intendiamo che gli attuali siano risolti.

La nuova settimana di analisi tecnica si apre con il consueto eurodollaro. La tendenza di ripresa iniziata con il picco di minimo in area 1.3460, il 17 novembre scorso, continua con costanza avendo rotto il livello che abbiamo considerato di resistenza importante a 1.3665.

Ci troviamo a 1.3750, una settantina di pips quindi dal più importante livello di resistenza e vero livello di divisione da un euro in ripresa ed un euro in crisi: parliamo di 1.3820 a cui, tra il 9 e l’11 novembre scorsi, durante la discesa, il cambio ha rimbalzato più volte.

Davvero nulla di nuovo sul cambio UsdJpy, che non riesce a discostarsi dal range compreso fra 83 e 83.80, mantenuto da una settimana circa. Chi è abituato alle figure di continuazione di analisi tecnica potrebbe ritrovare su un timeframe inferiore all’orario un triangolo indicante in 83.55 il punto da oltrepassare nell’immediato per assistere finalmente alla rottura di 83.80 ed al superamento di 84 figura. 83.25 invece, l’altro livello dinamico indicato dalla figura, segnalerebbe invece una rottura ribassista con inversione del lento trend a rialzo del cambio.

Il cambio EurJpy beneficia di questa situazione estendendo la propria salita e giungendo prossimo a quell’area indicata come resistenza ed obiettivo chiave compreso fra 115 figura e 115.60. Sono due i supporti a questo scenario: il primo si trova a 114.30, mentre il secondo, e più importante, a 113.70 (ricorderete l’area di congestione di cui tanto abbiamo parlato).

Per le prossime evoluzioni sul cable consideriamo ancora l’efficiente il livello dinamico suggerito dalla trendline discendente dal 4 novembre che già venerdì mattina è stata confermata fermando i prezzi poco al di sotto di 1.61 figura. Per le prossime ore questa transita prossima a 1.6080.

La tendenza a salire del cambio GbpJpy, iniziata con il doppio minimo a 126.40, continua con buon passo. L’obiettivo di 135 figura non è stato ancora raggiunto mentre comincia a avere importanza il livello di supporto di 132.90, suggerito dalla trendline da fine ottobre, di cui tanto si è detto i giorni scorsi, e quasi perfettamente confermato dall’area di due recenti livelli statici (133 il 17 novembre e 133.10 il 19 novembre).

Il nuovo test della parità del cambio UsdChf dimostra quanto il livello sia considerato dal mercato. Ancora una volta pensiamo che la rottura possa avvenire da un momento all’altro se il supporto chiave di 0.9870 dovesse tenere ad ulteriore tentativo di rottura ribassista.

Passiamo al cambio EurChf, dove la rottura dell’ultimo livello di ritracciamento di Fibonacci (del movimento di discesa da 1.3830 a 1.3230) 1.36, di fatto apre la strada ad un ritorno dei prezzi al punto di partenza iniziato proprio con l’inizio del mese di novembre. Consideriamo l’area di 1.36 ora come supporto.

Terminiamo con uno sguardo ad oro ed argento. Il primo nelle prossime ore ha da fare i conti con un livello fondamentale di resistenza, 1.363. Qui infatti convergono una serie di fattori: transita la trendline ascendente che abbiamo visto da alcuni giorni, che benché superata, potrebbe avere qualcosa da dire, transita la media mobile a 200 periodi su grafico orario ed è stato confermato da non meno di 5 massimi su candele orarie da giovedì scorso.

L’argento ha invece già superato il livello chiave di 26.50, con ulteriore riconferma e pullback per di più, e quindi può essere indirizzato verso 28 prima e al picco di massimo storico di 29.38 di una decina di giorni fa.

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