(WSI) – Il Primo Ministro Gordon Brown, il leader dei conservativi David Cameron e il Liberale Democratico Nick Clegg hanno quasi terminato il rush finale verso la vittoria tanto ambita nelle elezioni di oggi in UK. Gli ultimi sforzi sono stati mirati al pubblico ancora indeciso. Le stime più recenti hanno dato i seguenti dati: Conservativi 37%, Labour 29%, Liberal Democratici 26%.
Comunque, tutti sanno che queste elezioni sono le più importanti dell’ultimo decennio: proprio ieri la Commissione Europea ha annunciato che il governo UK dovrà prendere a prestito più capitale del previsto nei prossimi anni, e che per la fine del 2010 avrà il deficit di bilancio più elevato dei paesi dell’Unione Europea.
Ovviamente debito pubblico e deficit di bilancio sono state argomentazioni chiave nella campagna elettorale. Le speranze di tutti gli operatori sono volte all’avere una qualche maggioranza schietta, e non un parlamento sospeso: vedremo come si srotoleranno le vicende.
Oltre alle vicende politiche (oggi ci sono le elezioni UK quindi era giusto evidenzialo), oggi c’è anche la decisione della BCE sui tassi. In realtà sarà un nulla di fatto con tutta probabilità sul fronte tassi, ma la dichiarazione potrebbe essere più importante del solito.
L’unica cosa, a nostro avviso, che potrebbe arginare questa discesa ingente dell’Euro è proprio un connubio di sforzi da parte di BCE e Germania: la BCE dovrà garantire tassi bassi e mantenere attivo il supporto al mercato del credito – praticamente l’autorità monetaria dovrà supplire alle lacune fiscali che sono emerse durante questa crisi.
Non siamo poi tanto distanti, a livello concettuale, dai tempi in cui la Banca d’Italia stampava moneta per finanziare il debito pubblico italiano.
La separazione tra autorità monetaria e autorità fiscale dovrebbe impedire che questo processo si riproponga pari pari…ma siamo molto vicini in questo momento. Quindi l’Euro rimane sotto tremenda pressione, dettata dalla paura (che è più la manifestazione della realtà dei fatti) che contagia gli operatori che guardano i loro schermi e vedono un rendimento a 10 anni per bond elleniche 700 bp (7%) sopra il rendimento di un Bund di pari scadenza; vedono il rendimento in eccesso di un bond portoghese 280 bp sopra il Bund ed il rendimento di un bond spagnolo 121 bp sopra il Bund. Tanta disarmonia tra paesi sotto lo stesso tetto.
Tutto questo ha fatto passare inosservato l’ADP, che ha mostrato l’incremento più importante nell’occupazione USA dal 2008, quindi qualche barlume di luce c’è – ma riferito solo al dollaro USA. Domani ci sono i Parolls.
La rottura dell’euro di due giorni fa non accenna a concludersi, nemmeno dove sono presenti evidenti livelli a cui il cambio ha mostrato una profonda inversione in passato. È il caso di 1.2890, che potevamo ipotizzare avrebbe avuto un ruolo maggiore nel contenere questa discesa.
Arrivati a questo punto, allontanandosi sempre più il livello di resistenza e di inversione (al sicuro al di sopra di 1.33) non resta che ipotizzare un ritorno al punto dove tutto era partito… stiamo parlando di 1.2460, livello di minimo visto il 4 marzo 2009, da cui poi l’euro ha preso il via per un profondo movimento di ripresa, culminato con il doppio massimo di 1.5140. Data la velocità con cui i prezzi avevano dato il via alla ripresa, in quei giorni, non è possibile ricercare nel mezzo altri livelli di supporto più vicini.
Non sembra proprio farcela il cambio UsdJpy a rompere stabilmente la più importante resistenza nell’immediato. 94.75 è infatti stato oltrepassato, abbiamo visto anche un doppio massimo a 94.95, ma successivamente i prezzi sono ritornati al di sotto di 94 avvicinandosi a quella linea di supporto che contiene il movimento di salita dai primi giorni di marzo. Per le prossime ore questo livello è prossimo 93.20.
Massimi uno via l’altro sul cambio UsdChf, rotto 1.0895 e 1.10 i prezzi si stanno avvicinando all’ultimo livello, 1.1260, prima di un recupero totale che, a livello teorico, potrebbe ricondurre i prezzi al massimo di inizio marzo, poco sotto 1.20, prima della partenza della grande discesa sino a 0.9915.
Molto dipenderà anche da quello che mostrerà il cambio EurChf, assolutamente non scambiato dopo l’eccesso di volatilità visto i primi di aprile. L’unico spunto interessante in questo caso è dato dall’eccessiva mancanza di movimento con un range giornaliero sempre più stretto (siamo ora a 25 pips massimo) che difficilmente potrà perdurare.
È quasi giunto, il cambio AudUsd, al livello di supporto di 0.90 figura. Anche se gli oscillatori non sono ancora del tutto scarichi, e quindi potremmo attenderci anche un superamento di quest’ultimo, potrebbe avere un senso cercare di sfruttare un eventuale doppio minimo, sulla figura, con obiettivo di ritorno a 0.9130.
Stando a quanto suggerito nelle ultime settimane, il UsdCad, dovrebbe ora avere un’accelerazione rialzista, dato che è saltato ieri il livello di resistenza di 1.03. Per le prossime ore abbiamo una prima resistenza a 1.0375, oltre la quale i prossimi obiettivi sarebbero posizionati almeno a 1.0510.
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