Legnano – Dopo due anni di immobilità dei tassi, col fine di riuscire a dare uno stimolo all’economia europea in una fase di crisi economica globale, la Banca Centrale Europea ha deciso ieri all’unanimità per un movimento di rialzo: probabilmente per le prima volta la Banca Centrale si è trovata a invertire la direzione dei tassi di interesse in anticipo rispetto alle colleghe più note.
Siamo così giunti all’1.25%, con un rialzo quindi di 25 punti base, confermando quanto la totalità del mercato si attendeva, dato che la Banca Centrale stessa nei mesi passati aveva più volte aperto le porte a questa possibilità.
Nonostante i problemi delle economie periferiche, l’Istituto di Francoforte ha considerato maggiori i rischi che una continua crescita dell’inflazione potrebbero portare alla delicata ripresa della Zona Euro, in una fase in cui, non dimentichiamolo, quasi esclusivamente la Germania sta vivendo un periodo positivo. Dalla conferenza successiva, dal tono marcatamente meno hawkish rispetto alla precedente, è emerso quanto i membri della BCE non abbiano già deciso di intraprendere un percorso di futuri rialzi (questo ha immediatamente raffreddato la salita della moneta unica contro il dollaro) salvo poi aggiungere che il livello attuale dei tassi è accomodante e che l’obiettivo dell’Istituto è la lotta all’inflazione (riportando alla risalita che poi abbiamo osservato, amplificata questa notte dal mercato asiatico).
La frase più interessante potrebbe essere considerata la seguente: “noi non abbiamo deciso che questo è il primo di una serie di aumenti dei tassi d’interesse, si sa proprio da nostra dottrina che abbiamo sempre fatto ciò che è necessario per assicurare la stabilità dei prezzi nel medio termine”.
Questa è la porta aperta che molti aspettavano per dare l’assalto a livelli sempre maggiori di euro, con un occhio puntato sulle commodities che hanno permesso un’impennata repentina dei prezzi e che quindi continuano ad essere direttamente correlate con eventuali nuovi rialzi da parte della Banca Centrale.
Non ha aiutato un rilassamento del petrolio, per esempio, la notizia di pozzi date alla fiamme ieri da combattenti leali a Gheddafi in Libia, dato che questo ha permesso un ritorno del WTI al di sopra di 110 $ al barile.
A questo punto le speculazioni per eventuali nuovi rialzi cominciano a crescere, con l’indicazione proveniente da molte parti di un raggiungimento entro fine anno del 2%, il che vorrebbe dire ancora tre rialzi in otto riunioni ancora in calendario.
Passiamo a dare uno sguardo ai grafici, per l’ultima volta questa settimana.
Incominciamo ovviamente dall’eurodollaro che, per le ragioni che abbiamo visto poco sopra, continua all’interno della propria fase rialzista, con grande puntualità. Abbiamo toccato nella notte un nuovo massimo, a 1.44 figura, mettendo quindi a segno un recupero di una figura e mezza dal picco di minimo di ieri. Durante la conferenza del presidente BCE, Trichet, infatti l’euro ha cominciato a perdere terreno riuscendo a giungere perfettamente a quella che in precedenza era risultata come la più importante area di resistenza, 1.4250, salvo riprendere a salire una volta riaperte le porte a futuri rialzi dei tassi.
Dal punto di vista tecnico sembra che la soluzione migliore sia continuare a seguire la linea di tendenza positiva, oramai in atto da quasi tre mesi, passante per 1.4150 nelle prossime ore: a questo livello transita, quasi perfettamente, anche la media mobile di breve, 21 periodi esponenziale, su grafico giornaliero rinforzandone l’idea di supporto e di inversione di lungo periodo qualora venisse rotta. Gli obiettivi a rialzo continuano ad essere indicati a 1.4480 e 1.4580, identificabili come livelli in un periodo di inversione visto a gennaio 2010.
Osserviamo ora il cambio UsdJpy che, tutto sommato, non particolarmente scambiato ieri, ha avuto modo di evidenziare ancora l’importanza del livello di 84.50, questa volta come supporto, dato che vi si è avvicinato non toccandolo per una manciata di pips. In questo caso non c’è molto altro da aggiungere, dato che i livelli di 84.50 e 85.90 sono i più evidenti e dato che il cambio continua a rimanere in una tendenza di rafforzamento di fondo, nonostante la prima candela giornaliera negativa dopo 10 consecutivamente positive.
Anche per quanto riguarda il cambio EurJpy crediamo che i livelli possano essere già chiari. La salita della moneta unica ha infatti permesso ai prezzi di ritornare sui massimi visti due giorni fa, quasi coincidenti con la seconda percentuale di rintracciamento di Fibonacci di lungo periodo (ricorderete la tendenza a ribasso compresa fra 139.30 e 105.40). Abbandonato definitivamente anche questo, a rialzo, il successivo si trova a 126.30 e risulterebbe molto significativo, dato che oltre questo la teoria vuole un ritracciamento totale del cambio sino al punto di partenza.
Vediamo ora la sterlina che ha lasciato intuire quanto per il mercato la riunione di ieri sia stata un non-evento. Tassi fermi allo 0.5% e piano di riacquisto di asset esattamente confermato hanno fatto si che la sterlina rimanesse invariata contro le principali valute antagoniste.
Il cable è rimasto molto stabile ieri, salvo riprendere il percorso di salita, in direzione di 1.64 come resistenza, alle prime ore di questa mattina. Sino al superamento del livello più alto raggiunto dai prezzi da gennaio 2010, la situazione potrebbe risultare poco volatile. Il primo supporto utile si trova compreso fra 1.6260 e 1.6280.
Il cambio EurGbp si trova ancora particolarmente vicino al livello chiave di 0.8770. Crediamo che sopra questo, confermato successivamente dal raggiungimento di 0.88 figura, si possano scatenare movimenti rialzisti sino a 0.8850, mantenendo ancora fermo in testa il punto di arrivo ipotizzato da qualche tempo a 0.8930.
La sterlina nei confronti dello yen, seppur non particolarmente stabile data l’ampiezza del movimento visto ieri, si è comunque mossa all’interno dei livelli analizzati in precedenza. Ciò che abbiamo appreso, con precisione, è quanto il livello ipotizzato come supporto a 137.90, si sia rivelato utile. Da questo è infatti ripreso un movimento a rialzo che di recente ha permesso di vedere il massimo mostrato dai prezzi gli ultimi due giorni, 139.60. Ricordiamo che quello che ora è il più importante supporto, è stato indicato tramite la prima percentuale di ritracciamento, il 38.2, del movimento di lungo. Il secondo obiettivo si trova a 142.60, forse un po’ prematuro da indicare, ma comunque non utopistico data la facilità di ripresa del cambio (16 figure in 16 giorni!).
Chiudiamo con il consueto aggiornamento sul franco, stabile contro la moneta unica ed in ripresa nei confronti del dollaro.
Il cambio EurChf ha toccato con precisione la linea di supporto statico, passante a 1.3060, confermandone l’importanza. Data la ricorrenza del livello crediamo sia interessante affidarsi a questo per continuare a valutare possibile la ripresa della moneta unica, con obiettivi di rimbalzo a 1.30 e 1.3050, la più interessante area di resistenza, e svolta, del cambio.
Il cambio UsdChf non ha mantenuto la stabilità dei giorni scorsi prossima a 0.92, lasciando sul terreno una figura. La nostra idea, più volte evidenziata, è che il cambio sino ad un ritorno al di sopra di 0.9350 continuerà ad essere esposto a questi possibili cali improvvisi ad una distanza particolarmente contenuta dal minimo storico visto a metà marzo.
Copyright © FXCM per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata. All rights reserved