L’introduzione dell’euro dovrebbe per il momento avere poche ripercussioni sugli USA.
Secondo Neil Soss, economista di Credit Suisse First Boston, la moneta unica ha un valore simbolico per l’intera economia europea e alcuni investitori USA, che finora sono stati reticenti ad investire oltreoceano, potrebbero finalmente sentirsi rassicurati.
Inoltre saranno facilitate le operazioni delle societa’ americane con attivita’ in Europa; Procter & Gamble (PG – Nyse), ad esempio, pensa che la moneta unica portera’ a una politica dei prezzi coerente a livello europeo.
La maggior parte delle multinazionali, pero’, ha condotto transazioni in euro sin dal 1999, anno in cui le singole monete europee sono state legate all’euro con un tasso fisso di cambio, e quindi ogni effetto iniziale sugli USA dovrebbe essersi gia’ fatto sentire.
L’euro ha comunque ora la possibilita’ di sfidare il dollaro come moneta preferenziale nelle transazioni internazionali e nelle riserve mondiali.
John Vail, capo strategist della societa’ finaziaria Fuji Futures, crede che l’introduzione della nuova moneta portera’ alla distribuzione di euro in tutto il mondo, creando uno dei requisiti per stabilire la moneta come riserva.
Di parere opposto e’ invece Kim Schoenholtz, capo economista di Citigroup, che pensa che l’euro non sostituira’ il dollaro troppo in fretta. Gli investitori stranieri, infatti, continueranno a versare il proprio denaro dove le prospettive di crescita sono migliori e quindi, per ora, negli Stati Uniti.
Il destino della moneta unica, secondo l’economista, e’ legato non tanto all’ampia distribuzione delle banconote, quanto alla politica della Banca centrale europea e alle riforme finanziarie, fiscali e del lavoro ritenute necessarie da molti investitori per la creazione di un clima economico in grado di competere con gli USA.