
Legnano – Ci sembra che sia stata prolungata la settimana passata e non che ne stia cominciando una nuova. Gli argomenti su cui il mercato e gli investitori si stanno concentrando rimangono eurocentrici e pare che la questione Greca possa rimanere il market mover più importante fino a quando non si raggiungerà qualche accordo concreto tra i ministri finanziari dell’area euro, che si sono incontrati ieri nel tardo pomeriggio per cominciare a discutere del piano addizionale di aiuti.
I rumors sono tanti e le questioni più di peso riguardano a) il fatto che Francia e Germania abbiano fatto capire di voler arrivare ad una soluzione nel minor tempo possibile b) il fatto che gli aiuti stanziati potrebbero superare la cifra di 120 miliardi, arrivando fino a 150 c) la possibilità che investitori privati partecipino all’operazione di salvataggio insieme a BCE e FMI.
Tutto questo ha fatto percepire al mercato la sensazione che l’impegno per evitare un default della Grecia sarà davvero massimo, il che potrebbe anche far aumentare il grado di fiducia sull’efficacia di questa operazione. Questo però non basta per alleviare il momento di pressione che sta vivendo la moneta unica europea, che dopo aver effettuato un bellissimo movimento tecnico che vedremo tra poco, sembra poter rimanere ancora sotto pressione (il movimento a ribasso è partito sul non accordo tra i ministri). I ministri finanziari si riuniranno anche questo pomeriggio e vedremo se riusciranno a concludere qualcosa.
Un altro fattore sul quale ci sentiamo di ragionare è dato proprio dal livello che la moneta unica è comunque riuscita a difendere contro il dollaro americano. Parliamo chiaramente di 1.4000 che rappresenterà il baluardo che deciderà le sorti di medio periodo dell’euro.
Se ci soffermiamo a valutare il valore relativo dell’euro nei confronti del biglietto verde, dobbiamo renderci conto che forse questo è il momento storico, dalla nascita dell’unione monetaria europea, in cui l’euro sta mostrando la sua maggior forza: nonostante i problemi che stiamo vivendo e nonostante quello che ci suggerisce la parità dei poteri d’acquisto, ci troviamo infatti su livelli davvero importanti, livelli che riflettono una disparità di forza tra euro e dollaro che, come ben sappiamo, non sono messi molto bene dal punto di vista del supporto che potrebbero ricevere dalle proprie economie, ma che come vediamo sono quotati sopra 1.40 dollari per ogni euro, un prezzo sicuramente non corretto dal punto di vista dei fondamentali macroeconomici, soprattutto dopo l’esplosione della questione greca.
Il pericolo che il mercato nel lungo periodo si voglia riportare su livelli di equilibrio più consoni c’è, la questione tuttavia risiede nel fatto che l’incertezza sulle future evoluzioni economiche sta facendo si che il mercato non si voglia ancora sbilanciare sul lato corto di euro, cosa che se dovesse succedere spazzerebbe via l’1.4000 aprendo le strade verso 1.3750.
Oltre a questa incertezza circa la salute futura delle due valute in esame, il fatto che ci siamo mantenuti su questi prezzi è la chiara dimostrazione che il driver del differenziale di tasso tra di esse sta mostrando i propri effetti, riuscendo a mantenere l’euro sostenuto. L’ottica di un ulteriore rialzo a luglio da parte della BCE e la prospettiva che la Fed non agirà fino a fine anno ci fanno pensare che anche la possibilità di assistere ad una fase laterale molto ampia non sia così remota.
Staremo a vedere che notizie ci giungeranno dai mercati, mai come ora sarà importante seguire le evoluzioni economiche a livello giornaliero e l’analisi dei punti tecnici, fondamentali in momenti del genere in quanto osservati anche dai maggiori istituzionali e real money del mondo (coloro che sono in grado di cambiare le tendenze del mercato).
Iniziamo nuovamente la settimana dal punto di vista tecnico, osservando le evoluzioni dell’eurodollaro. Non possiamo certamente dire che ultimamente il cambio in questione si muova poco: anche venerdì infatti, al termine di una settimana a senso unico, abbiamo avuto una correzione davvero interessante (chiusura posizioni pre week end?) per poi nuovamente questa notte assistere ad un calo (per un totale di più di 300 pips!).
Tralasciando l’interpretazione da fornire per spiegare questo genere di movimenti, questo ha permesso di continuare a tenere fede alla figura individuata la settimana scorsa, testa spalle ribassista, poiché le due figure abbondanti a rialzo di venerdì hanno permesso ai prezzi di giungere perfettamente alla neckline di 1.4320, confermando così l’ultimo elemento necessario per ottenere un testa spalle da manuale, il pullback. A questo punto la teoria vorrebbe che tornasse nuovamente d’attualità il punto obiettivo di 1.3970.
Niente da fare, di nuovo, per il cambio UsdJpy. La trendline positiva, apparsa come speranza sino a venerdì mattina, ha alla fine capitolato di fronte alla pressione dello yen. Così facendo è stato cancellato il lentissimo recupero di più di una settimana riportando i prezzi nuovamente nei pressi di 80 figura. A questo punto, sfruttando il recente passato, possiamo considerare 80.30 come primo livello di resistenza, seguito da 80.60, mentre l’area di 80 figura rappresenta un interessante supporto prima dell’importante 79.70.
Osserviamo ora con interesse il cambio EurJpy, dato che si sta muovendo da un paio di giorni all’interno di livelli ben precisi. Osservando un grafico delle ultime due giornate è infatti possibile trovare una coincidenza di fattori di resistenza presso 115 figura, mentre abbiamo già potuto notare la settimana scorsa quale importanza abbia assunto il supporto di medio-lungo periodo di 113.50. Osservando però la linea di tendenza positiva con origine giovedì, notiamo la vicinanza dei prezzi al supporto dinamico di 114 figura, che stando all’analisi tecnica potrebbe risultare in un rettangolo di continuazione dagli obiettivi ambiziosi, certamente al di sotto di quanto visto la settimana scorsa.
Non è riuscito alla sterlina il recupero così veloce visto sull’euro. Anche in questo caso però c’è stato l’avvicinamento ad un livello di resistenza molto interessante, 1.62 figura, che il 10 e 16 giungo scorso in un senso e nell’altro ha permesso un cambio repentino di rotta. Come livello di resistenza possiamo invece trovare un’interessante coincidenza a 1.61 figura, data dalla linea di tendenza positiva con origine a giovedì e che appare come l’ultimo baluardo prima di un drastico, ulteriore, calo della sterlina.
La ripresa della moneta unica di venerdì e l’incertezza della sterlina, hanno permesso al cambio EurGbp di apprezzarsi nuovamente oltre il livello di resistenza di 0.88 figura, primo candidato a supporto di breve periodo (dove transitano una serie di massimi precedenti la rottura e prossimo alle medie mobili su un grafico con candele a 4 ore). Anche vicino a 0.8845 transitano due massimi, aiutandoci così a riconoscere un livello che peraltro è suggerito da uno spunto matematico, dato che coincide perfettamente con la metà del ritracciamento del movimento negativo mostrato i giorni scorsi e compreso fra 0.8975 e 0.8720.
Il franco continua, seppur con delle brevi pause, il proprio percorso di rafforzamento nei confronti della moneta unica. Il trend infatti delle ultime settimane continua a risultare favorevole alla moneta elvetica e quindi negativo per il cambio. Continuiamo ad indicare in 1.22 prima e in 1.23 poi i due livelli di resistenza, dinamica e statica, in grado di chiarire le idee sul futuro di questa forte tendenza in atto. A meno di un ritorno al di sopra di quest’area continueremo a vedere nuovi minimi del cambio.
Il franco ne confronti del dollaro, pur trovandosi moto vicino ai minimi storici, è risultato molto più stabile i giorni passati. Nell’immediato continuiamo a vedere, date anche le recenti conferme, livelli di supporto e resistenza del cambio a 0.8450 e 0.8550.
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