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EURO, BANCHE CENTRALI INTERVENGONO SUI MERCATI

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La Bce, la Banca centrale d’Inghilterra, la Banca del Giappone, la Federal Reserve americana e la Banca del Canada sono intervenute massicciamente sui mercati a sostegno dell’euro.

E’ la prima volta, dalla nascita della moneta unica avvenuta il primo gennaio 1999, che si decide un intervento coordinato e di grosse proporzioni. Ma, come spiega una nota della Bce, la mossa è stata pianificata per contrastare le potenziali implicazioni negative del calo dell’euro sull’economia mondiale.

Gli istituti centrali hanno cominciato ad acquistare la divisa europea, che in 21 mesi ha perso il 27% sul dollaro.

Dopo l’intervento coordinato l’euro è risalito del 3%, raggiungendo il massimo delle ultime due settimane, a $0,8992. L’euro sta rimontando anche contro la sterlina britannica e lo yen giapponese.

Alla decisione delle Banche centrali, presa proprio alla vigilia del vertice del G-7, ha contribuito senz’altro la notizia di nuove tensioni sui prezzi provenienti dalla Germania.

Il calo dell’euro e il conseguente aumento del dollaro ha reso ancora più oneroso per i Paesi di Eurolandia l’approvvigionamento di materie prime, petrolio in primo luogo, tradizionalmente pagate in dollari.

Il declino dell’euro, sebbene in questi mesi abbia favorito le esportazioni dei Paesi aderenti alla moneta unica, ha quindi importato inflazione. Lo testimoniano i sei rialzi dei tassi di interesse operati dalla Bce nel corso di quest’ultimo anno, per un complessivo 2%.