Mercati

Euro alle prese con Fibonacci

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Legnano – Alla fine è arrivato. O meglio, sono arrivati. La risata di Sarkozy e Merkel di fronte alla domanda posta da un giornalista che chiedeva se avessero fiducia nell’Italia e l’ultimatum lanciato dall’Europa all’Italia affinchè si raggiungano gli accordi necessari per far partire le riforme necessarie a risanare il bilancio e far ripartire l’economia.

Non parliamo di danno e beffa in quest’ordine, ma mettiamo davanti a tutti la beffa perché questa è arrivata sicuramente, tutto il mondo ha visto la reazione del presidente francese e della cancelliera tedesca.

Per quanto riguarda l’ultimatum invece, è da considerarsi un danno o un qualcosa di dovuto? Dal punto di vista dei politici che ci governano, sicuramente non è benvisto dalla maggioranza in quanto esso va ad aggravare ulteriormente la situazione di instabilità che esiste all’interno dell’esecutivo, mentre dalle opposizioni è visto come una manna dal cielo che potrebbe finalmente liberare le poltrone per cui si è combattuto una vita.

Dal punto di vista dei mercati e dell’economia reale, l’ultimatum che scade il 26 ottobre è qualcosa di estremamente dovuto a cui siamo arrivati a causa, è proprio il caso di dirlo, dei continui litigi politici che stanno rovinando in maniera definitiva le sorti del nostro Paese.

Ci dobbiamo rendere conto di rappresentare la terza economia europea, un’economia che ha il rapporto deficit/pil al 120%, che non cresce e con una classe dirigente che invece di risolvere i problemi degli italiani, cerca soltanto di preservare i privilegi della politica che a prescindere da colori e bandiere è diventata ormai imbarazzante.

Possibile non capirlo? Ma fermiamoci qua, infine il nostro compito non è quello di commentare la vita politica, ma in verità questa ormai è entrata a far parte di quei fattori che stanno precludendo la risoluzione dei ben gravi problemi che conosciamo. E l’effetto che tutto ciò sta avendo sui mercati è veramente importante, soprattutto per quanto riguarda gli obbligazionari che vedono rendimenti sempre in crescita sul fronte italiano e lo spread termometro bund-btp intorno a 400 punti, livelli di allerta molto importanti.

Le borse venerdì hanno performato bene, vedremo come andranno oggi ma la tendenza potrebbe essere ancora a rialzo se seguiamo la sessione asiatica, mentre sul fronte valutario ci troviamo di fronte ad una forte pesantezza del dollaro americano a favore di valute a più alto rendimento, euro in testa fatta eccezione delle commodity currencies.

Ma andiamo a vedere dal punto di vista tecnico, che è quello che ci dà il maggior supporto pratico, quali sono i livelli più importanti da tenere sotto osservazione.

La settimana passata si era chiusa bene per la moneta unica europea, molto vicina ai massimi delle ultime settimane nei confronti del dollaro. Abbiamo infatti visto, tra giovedì e venerdì, la rottura di una tendenza di breve ribassista e la conferma di un euro, inspiegabilmente, in forze.

Il cambio EurUsd è quindi giunto a 1.3910, mancando solamente di una decina di pips il massimo precedente. La rottura del livello precedente rappresenterebbe un segnale molto forte e che potrebbe spingere l’euro all’ultimo livello di resistenza prima di un recupero totale sino a 1.45: questo livello è 1.4015 ed è suggerito dall’ultima delle percentuali di ritracciamento di Fibonacci (il 61.8%) del movimento in calo compreso fra 1.4540 e 1.3140.

Il cambio UsdJpy ha mostrato venerdì un nuovo minimo storico, di dieci punti al di sotto del minimo precedente: 75.80 è, da ora, il livello da osservare come punto di massima attenzione per valutare eventuali nuovi minimi del cambio. Questo si trova ancora tutt’altro che fuori pericolo e sappiamo perfettamente che solamente un ritorno dei prezzi al di sopra di 78 potrà schiarire lo scenario ed indicare una tendenza positiva per il cambio.

Il cambio EurJpy ha testimoniato venerdì, ancora una volta, quanto il livello di supporto individuato da più giorni, a 105, si stia dimostrando ancora una volta valido. Il supporto rimane ancora su questo livello per le prossime ore, mentre come zona soprastante di attenzione troviamo 106.30 e successivamente 106.50. L’area laterale mantenuta nell’ultima settimana abbondante potrebbe suggerire un eventuale obiettivo dato che l’ampiezza è di circa 130 pip. Nel caso la rottura avvenisse a rialzo sarebbe quindi naturale pensare a 107.50 come obiettivo (il massimo registrato dal cambio dai primi giorni di settembre).

La risalita del cable, vista venerdì, oltre a confermare il punto di resistenza a 1.5870 come futuro supporto, ha di fatto aperto la strada all’apprezzamento ulteriore sino al successivo 1.6080 e 1.6130.

Osserviamo ora il franco, in ripresa sia contro euro e dollaro.
La situazione tecnica più chiara ci viene suggerita dal cambio UsdChf che è riuscito a confermare la rottura della neckline della figura di testa-spalle ribassista che abbiamo visto insieme sino da giovedì. Per il momento la rottura ha portato a 70 punti di breakout, ancora pochi per considerare la figura un successo. Per le prossime ore, poi, dovremo fare attenzione ad una eventuale rottura della resistenza posta a 0.89, poiché questo rappresenterebbe la negazione di quanto ipotizzato e dell’obiettivo finale posto circa quattro figure al di sotto dei prezzi attuali.

Concludiamo con una valuta ad alto rendimento, il dollaro australiano. Il cambio AudUsd, dopo aver perfettamente confermato l’area laterale compresa fra 1.0120 e 1.0360 ha rotto a rialzo dando l’idea di poter mettere a segno quel movimento a ulteriore salita che sarebbe la conferma di quanto la figura a rettangolo sia efficace. L’obiettivo in questo caso sarebbe dato dall’ampiezza del range mantenuto per più di una settimana, 240 pip che indicherebbero in 1.06 il punto d’arrivo.

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