Si sono accentuati i rafforzamenti dell’euro, che ha raggiunto 1,43 dollari alla vigilia di un atteso rialzo dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea. Da settimane l’istituzione di Francoforte ha avvertito che intende reagire ai rischi rialzisti sui prezzi, prevalentemente legati agli aumenti del petrolio.
E oggi torna a rincarare proprio l’oro nero, a Londra il barile di Brent aumenta di 25 cents a 122,47 dollari, mentre il trascinarsi della guerra civile in Libia crea inquietudini sul quando si potranno normalizzare le forniture dal paese. Domani dalla Bce è atteso un aumento del costo del danaro di 0,25 punti percentuali, rispetto all’attuale 1 per cento che è il minimo storico mai toccato dall’istituzione monetaria. A tarda mattina l’euro si attesta a 1,4296 dollari.
Le fluttuazioni valutarie creano spinte rialziste anche sull’oro, che ieri ha segnato nuovi record superando quota 1,450 dollari l’oncia. Stamattina l’oncia di metallo giallo rincara di 4,3 dollari, portandosi a quota 1456.80 dollari. Prima ancora delle decisioni di domani della Bce, oggi in Europa i mercati sono in attesa degli esiti di un’asta di titoli di Stato del Portogallo, che da giorni è sotto i riflettori sulle pressioni che continuano a gravare sulle sue finanze pubbliche.
In questi giorni si sono trascinate indiscrezioni di stampa secondo cui il paese potrebbe a sua volta far ricorso agli aiuti di Unione europea e Fmi, ipotesi tuttavia che il governo uscente ha più volte detto di voler evitare. Il tutto mentre il Portogallo ormai è in campagna elettorale, dato che le dimissioni dell’esecutivo, che non è stato in grado di raccogliere consenso parlamentare attorno al programma di risanamento dei conti pubblici hanno sfociato nella convocazione di elezioni anticipate il 5 giugno.