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(WSI) – In area Euro è atteso il dato sul Pil del terzo trimestre ed il Cpi preliminare di novembre, che considerati i dati di Germania e Spagna potrebbe registrare un tendenziale al 3%. Negli Usa attesi i dati sulla spesa delle famiglie di ottobre, importanti per affinare le stime sull’andamento del Pil nel trimestre in corso che si preannuncia in crescita annualizzzata sensibilmente al di sotto dell’1%.
Tassi di Interesse: in area Euro i tassi di mercato sono tornati a scendere sulla scia del mercato obbligazionario Usa. Sul 2-10 anni lo spread ha registrato un rialzo portandosi sopra i 33 pb dai 32 pb del giorno prima. Sul mercato monetario l’Euribor 1 mese ieri è stato fissato a 4,80% ai massimi dal 2000 dal 4,19% del giorno prima. Il forte aumento è dovuto all’impatto dei timori di carenza di liquidità in corrispondenza del passaggio al nuovo anno. Ieri infatti è stato il primo giorno in cui il tasso ad 1 mese ha fissato al valuta nel 2008. La permanenza di tensioni sul monetario sono testimoniate anche dall’Euribor tre mesi che si sta avvicinando ai massimi registrati a settembre. Oggi l’attenzione sarà focalizzata sui prezzi al consumo di novembre e sui dati statunitensi. Sul decennale il supporto si colloca a 3,99%, mentre sul due anni a 3,68%.
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Negli Usa tassi di mercato in calo in una giornata in cui ancora una volta sono aumentate le tensioni sul mercato monetario come evidenziato dal tasso Libor a 3 mesi arrivato ai massimi da oltre un mese. E’ arrivata nel frattempo la notizia secondo cui il Tesoro Usa sta trattando con i principali erogatori di mutui Usa (tra cui Citigroup e Countrywide) per bloccare la fissazione dei tassi di interesse su livelli più elevati sui mutui a tasso variabile il prossimo anno. L’ammontare di mutui che sarebbe soggetto a rialzo del tasso di interesse sarebbe stimato in circa 360Mld$ nel 2008 di cui una buona parte nel secondo trimestre. Si tratta di una misura che, se approvata, consentirebbe ai mutuatari di non subire un notevole incremento della rata, cercando in questo modo di evitare di aumentare ulteriormente il tasso di morosità sui mutui.
Nel frattempo questa notte Bernanke ha ribadito come dal punto di vista della Fed sia importante tenere conto delle turbolenze sui mercati. Si è trattato di un discorso che in buona misura ha richiamato quanto già dichiarato dal vice presidente Kohn, lasciando pertanto ampiamente aperte la porte per un ulteriore taglio dei tassi il prossimo 11 dicembre. La revisione al rialzo del Pil del terzo trimestre (+4,9% annualizzato) lascia aperta la possibilità per un ridimensionamento più marcato della crescita nel trimestre in corso per il quale stimiamo una crescita annualizzata intorno allo 0,5%. Per oggi il supporto sul comparto decennale è collocato nel range 3,85-3,90%.
Valute: Euro sostanzialmente stabile vs. Dollaro. Per oggi si incontra un supporto di rilievo a quota 1,4670. Nel corso della notte lo Yen si è deprezzato verso tutte le 16 principali valute grazie al rialzo dei listini azionari asiatici. I dati macro giapponesi hanno evidenziato un ritorno in territorio positivo dell’inflazione nel mese di ottobre per la prima volta nel 2007. Verso Dollaro la resistenza più importante si colloca a 111,75, sebbene ve ne sia una di importanza minore a 110,75. Verso Euro la resistenza si colloca a 163,60. Nel frattempo si è lievemente apprezzato lo Yuan cinese nei confronti dell’Euro.
Materie Prime: ritraccia il prezzo del greggio Wti sulla notizia di riapertura parziale dei rifornimenti dal Canada verso gli Usa e sull’annuncio del Dipartimento dell’Energia Usa di eventuale utilizzo delle scorte strategiche per bilanciare possibili carenze temporanee di greggio. Tra i metalli industriali forte calo del nichel (-4,2%) su timori di offerta sufficiente a soddisfare la domanda. Deboli anche i preziosi su apprezzamento del Dollaro e dopo un report negativo di Goldman Sachs che ne ha consigliato la vendita. Tra gli agricoli in calo lo zucchero (-1,5%) sulla speculazione che l’India, secondo produttore mondiale, raddoppierà le esportazioni. Durante la notte la Cina ha dichiarato che venderà più di 2 Mln tonnellate di mais delle proprie scorte strategiche all’interno del paese per limitare l’aumento dei prezzi interni del prodotto che avevano toccato livelli record il 26 novembre.
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