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Eur/usd: il minimo di 4 anni a 1,2330 non è lontano

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Preoccupazioni circa l’impatto della crisi dei debiti sovrani sulla crescita globale ha innescato ancora una giornata di avversione al rischio sui mercati. L’euro e la sterlina hanno sofferto entrambi contro il USD, la quale invece ha perso terreno contro lo Yen.

Il commodity block (in gergo, “Comm Dollars”), sono rimasti sorprendentemente stabili ma hanno dovuto cedere verso la fine della giornata di trading new yorkese. Il fatto che lo Yen è stata la valuta più performante conferma che gli investitori sono ancora nervosi e, a nostro parere, hanno anche ragione perché non ci sono prospettive molto rosee per le vendite al dettaglio USA di oggi.

Il Portogallo sta annunciando piani nuovi per ridurre il deficit, ma invece di una iniezione di ottimismo, questa misura ha generato perplessità sul futuro della ripresa e della “crescita” (se così si potrà chiamare) dell’eurozona.

L’unica speranza per entrare nel weekend a cuor “leggero” rimane il dato sulle vendite al dettaglio di oggi. Se l’economia USA è in salute, potremmo dire che almeno un’area geografica non è nello status di “defcon 3” (passateci il termine militaresco).

Sfortunatamente, come preannunciato prima, i report del Redbook e dell’International Council of Shopping Centers, le vendite al dettaglio in aprile forse hanno subito un rallentamento. Marzo è stato un mese buono, spinto anche dalle vacanze pasquali, ma aprile è rimasto forse sotto tono.

Se dovesse uscire un numero sgradevole, stiamo pronti a cercare opportunità di vendita nel UsdJpy che è il cambio più reattivo sui dati USA. Se usate l’indicatore News.lua di cui parlavamo nella settimana addietro, potete anche visualizzare direttamente sul grafico il momento dell’uscita e reagire prontamente.

Nel frattempo l’Euro è sceso ad un nuovo minimo e ha sfiorato 1,2500. Una rottura di 1,2500 porterebbe l’euro al minimo dal 2 marzo 2009 e il minimo da quattro anni a questa parte, 1,2330, non è lontano.

Ieri i dati UK non hanno dato sostegno nemmeno alla sterlina: un deficit commerciale peggiore del previsto ed il tono più crudo del previsto sull’Inflation Report hanno tolto il sostegno alla valuta inglese.

Nonostante la debolezza della sterlina, le esportazioni non sono riuscite a sovrastare le importazioni: le esportazioni sono salite al livello più alto dal 2008 ma le importazioni sono arrivate al livello più alto da 18 mesi, superando di 1% le esportazioni. A questo punto il livello che adocchiamo per la sterlina è 1,4476 (minimo da un anno a questa parte).

Vogliamo parlare di cose belle? Guardiamo all’Australia: la forza del mercato lavorativo della terra dei canguri, di Casey Stoner e Troy Bayliss ha tenuto a galla da sola il commodity block e la RBA è stata la prima banca a uscire dal regime di “tassi 0”. Tanto coraggio e determinazione che vengono ripagate.

Passando all’analisi tecnica, meno male che abbiamo l’SSI: i recenti movimenti tra long e short sono indicativi dei prossimi trend di giornata e abbiamo registrato spostamenti significativi. Partiamo dal UsdCad: il 71% dei trader sono lunghi, con un 18% che si sono tolti dalle posizioni short. Come sappiamo, l’SSI è contrarian e quindi punta a ribasso.

Questo è confermato dal grafico oggi in mattinata: durante la notte è rimasto compreso tra 1,0230 e 1,0210 e quindi guardiamo ad una rottura di tali livelli, che in base all’SSI potrebbe avvenire più a ribasso che a rialzo. Nel caso di un ribasso, 1,0180 è il primo livello importante e sotto c’è l’1,0155 mentre sopra, nel caso di un break out a rialzo, abbiamo 1,0250.

Per quanto concerne il vincitore di ieri, lo Jpy, abbiamo un UsdJpy che punta a 93,00 che è il pivot di giornata, e anche un livello di resistenza importante. Rotture in tal senso possono portare ad un 93,20 con estensioni a 93,40. Sotto abbiamo solo il 92,50 come supporto quindi occhio alle discese che, se rompessero 92,50 vedrebbero un UsdJpy in discesa libera.

EurGbp ha una situazione anch’essa di possibile break out e i livelli importanti sono il 0,8600 sopra e 0,8560 sotto.

Come al solito, facciamo trading su quello che vediamo e non su quello che crediamo di sapere.

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