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EUFORIA A WALL STREET, RALLY RECORD

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Grande euforia sulla borsa di New York dopo che la Federal Reserve ha deciso di abbassare il costo del denaro di 50 punti base al 4.75%, nel tentativo di contenere gli effetti negativi creati negli ultimi mesi dalla crisi del comparto immobiliare e dalle turbolenze nei mercati finanziari. Il Dow Jones ha archiviato la seduta con un rialzo del 2.51% a 13739, l’S&P500 ha guadagnato il 2.92% a 1519, il Nasdaq il 2.71% a 2651.

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Il FOMC (Federal Open Market Committee) ha preferito adottare un atteggiamento aggressivo in risposta agli ultimi sviluppi economici ed ha operato un taglio di 50 punti base anche sul tasso di sconto. Divisi gli analisti: per alcuni si e’ trattato di una mossa azzeccatissima nell’attuale contesto economico (si allenta la pressione sui consumatori, possessori di carte di credo, mutuatari, aziende in cerca di credito, insomma si rimette ossigeno in un sistema finanziario abbastanza sfiancato); per altri l’operazione della Fed e’ stata esagerata, con il rischio di creare tra gli investitori una reazione da quasi-panico, allarmando i mercati sul possibile ingresso dell’economia americana in una fase di recessione dovuta al credit crunch. Gran parte del mercato si aspettava un taglio dei tassi d’interesse a breve dello 0.25%. Fino a pochi secondi prima dell’annuncio Fed, le chance di un taglio di 25 punti base misurate sui futurs dei fed funds erano infatti del 51.4%, quelle di un abbassamento di 50 punti base erano inferiori, pari al 41.1%.

La Fed ha preferito accantonare temporaneamente il pericolo dell’inflazione (comunque in graduale rallentamento), concentrandosi sull’impatto che avrebbe potuto avere un deterioramento delle attuali condizioni finanziarie sull’economia generale. I listini, schizzati al rialzo nelle due ore finali di contrattazioni, avevano gia’ ricevuto una spinta iniziale dall’aggiornamento macro, risultato nettamente migliore delle attese. Ad agosto i prezzi alla produzione hanno registrato un calo dell’1.4%, trascinati al ribasso dall’abbassamento dei generi alimentari e del petrolio. Le attese degli analisti erano per una contrazione dell’indice pari a -0.3%.

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Sempre prima dell’apertura, notizie positive erano giunte anche dal fronte societario, ed in particolare dal comparto finanziario. La trimestrale di Lehman Brothers (LEH) (la prima di quattro grosse banche a riportare gli utili in settimana) risultata migliore del consensus, ha evidenziato un contenuto impatto della crisi dei mutui sui risultati fiscali. I profitti sono risultati in crescita del 3% a $887 milioni, i ricavi si sono attestati a $4.31 miliardi. Il titolo e’ salito del 9%. Sono risultati in rialzo anche i titoli delle altre grosse banche d’affari, Citigroup (C) e JP Morgan (JPM) (componenti del Dow Jones) hanno chiuso con rialzi superiori al 5%.

Bene il comparto retail, supportato dai buoni numeri fiscali della catena di grandi magazzini dell’elettronica Best Buy (BBY): il gruppo ha inaspettatamente riportato profitti in crescita e migliorato le stime sui prossimi mesi. Tra i titoli hi-tech, bene Adobe Systems (ADBE) forte del balzo del 41% dei ricavi nell’ultimo trimestre.

Sugli altri mercati, nel comparto energetico nuovo record del petrolio. I futures con consegna ottobre sono avanzati di 94 centesimi a quota $81.51 al barile. Sul valutario, l’euro e’ schizzato ad un nuovo record nei confronti del dollaro a 1.3981. Ovviamente con i tassi Usa piu’ bassi il dollaro rende meno.

Ai massimi di 27 anni l’oro: i futures con consegna dicembre sono schizzati a $735.30 all’oncia nelle contrattazioni elettroniche successive alla decisione sui tassi; avevano chiuso la sessione regolare in rialzo di soli 20 centesimi a quota $724.00. In lieve calo infine i Titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni e’ salito al 4.48% dal 4.47% di lunedi’.