Ndw York – Ripresa si, ripresa no? Anche se i mercati sono stati influenzati, e continuano a esserlo, da notizie contrastanti sulla ripresa economica, le economie emergenti non ne hanno mai dubitato e, anche in linea con la forte crescita interna, si sono lanciate in fusioni e acquisizioni a ritmi pre-crisi.
Da inizio anno a oggi, le attività di Merger and Acquisition (M&A) nei mercati emergenti hanno raggiunto i $55,6 miliardi per un totale di 363 accordi, un record, secondo solo a quanto registrato nello stesso periodo del 2008 ($66,7 miliardi con 417 accordi). Un rialzo del 38% rispetto al 2009, secondo un report di Dealogic.
Lo scettro va alla Cina, con accordi per $15 miliardi da inizio anno. Gli obiettivi principali? Le risorse naturali. In linea con la crescita dell’economia e degli investimenti, tra cui in infrastrutture, la Cina ha una necessità sempre maggiore di materiali industriali e risorse energetiche. Non a caso le destinazioni principali di queste acquisizioni sono state Canada ($5,8 miliardi), Australia ($2,2 miliardi) e Norvegia ($2,2 miliardi).
Gli Stati Uniti contano solo quarti per la Cina, con appena ($1,7 miliardi), ma considerando tutti i mercati emergenti in generale, sono proprio gli Stati Uniti a vincere la classifica di “top destination”, con $17,8 miliardi. Distanziate di netto la seconda e la terza, ovvero, la Spagna ($11,7 miliardi) e il Canada ($8 miliardi).
A livello di settore, circa la metà degli investimenti totali ($26,7 miliardi) sono andati verso le risorse energetiche con M&A nel petrolio e nel gas. Nella lista seguono il settore della salute ($8,5 miliardi) e quello della chimica ($3,1 miliardi).