Società

Ericsson: “Nel futuro parleremo con gli alberi”

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

NEW YORK (WSI) – Altro che “social”. Il futuro della mobile broadband, la banda larga offerta dagli operatori di telefonia mobile, sarà principalmente video. Si stima che nel 2018 il traffico dati generato dal consumo di filmati su reti mobili sarà pari al 50% del traffico dati totale, di gran lunga superiore a quello che verrà riservato all’utilizzo dei social network (10% del totale). Una crescita del 60% annuo, quella relativa ai video, trainata dallo sviluppo della tecnologia LTE – meglio nota come 4G – che tra cinque anni coprirà il 60% della popolazione mondiale.

Sono questi i dati che saltano agli occhi tra le pagine della 4a edizione dell’Ericsson Mobility Report, presentato questa mattina a Kista, zona di Stoccolma dove sorge il quartier generale dell’azienda svedese. “Possiamo fare ciò che nessuno altro al mondo può fare”: così Mikael Back, Global Head of Strategy Development & Portfolio Management di Ericsson, ha introdotto i dati relativi al business della telefonia mobile raccolti nel primo trimestre del 2013, forte del 40% del traffico mobile mondiale che passa attraverso le reti del gruppo. Una fetta di mercato, questa, che permette al marchio svedese – tra i padri fondatori dell’LTE – di fornire proiezioni affidabili riguardanti il futuro dei mobile networks. Un futuro in cui il numero delle SIM card supererà il totale della popolazione mondiale.

Attualmente, stando ai dati Ericsson, la percentuale di penetrazione della telefonia mobile nel mondo è del 90%, con picchi del 128% nell’Europa dell’Ovest e del 114% nell’America Latina. Per ogni abitante dei paesi della Western Europe, tra cui l’Italia, esistono quindi 1,28 SIM card. Un dato che lascia intendere come i 6,4 miliardi di utenze nel mondo non corrispondano, in realtà, ad altrettanti individui. Per Mikael Back e il suo staff la popolazione mondiale ancora sprovvista di un’utenza mobile si aggirerebbe intorno ai 2,5 miliardi di unità. Una differenza sostanziale tra sottoscrizioni e sottoscriventi, dunque, compensata in alcune aree del globo – in particolare nei paesi in via di sviluppo – dalla condivisione di un’unica SIM card da parte di nuclei familiari o piccole comunità composte da più persone.

Nei prossimi cinque anni dunque – un arco di tempo in cui le SIM card diventeranno 9 miliardi – il mercato della telefonia mobile subirà una profonda rivoluzione. Ericsson è certa che il traffico dati sulle reti mobili nel 2018 sarà 12 volte superiore a quello registrato nel 2012. Una proiezione che trova riscontro nel confronto tra il primo trimestre dello scorso anno e quello appena trascorso nel 2013: il traffico dati, infatti, è raddoppiato, mentre quello relativo alle chiamate è rimasto più o meno lo stesso e aumenterà di ben poco in futuro. Un crescente divario dovuto, in primis, alla diffusione degli smartphone di ultima generazione. Il 50% dei cellulari venduti nel mondo tra gennaio e marzo 2013 sono, infatti, degli smartphone. “Per la prima volta nella storia della telefonia mobile i dispositivi sul mercato sono in grado di sfruttare al meglio le nuove tecnologie come l’HSPA e l’LTE” spiega la Ericsson. LTE che, lo ricordiamo, rappresenta la nuova frontiera della telefonia mobile, poiché garantisce una maggiore potenza del segnale, tempi minimi di latenza e soprattutto una maggiore velocità di trasmissione di dati, pari a un massimo di 100 mbit/s in download.

Sono stati 100 milioni gli abbonamenti LTE sottoscritti nel primo trimestre del 2013. Un numero che ha contribuito alla recente crescita di questa tecnologia che è passata dal coprire il 5% della popolazione mondiale negli ultimi mesi del 2011 al 10% registrato sul finire del 2012. L’impennata coincide con l’inizio di un progressivo declino, proprio a partire dal biennio 2012-2013, della “vecchia” tecnologia GSM/EDGE, che comunque continuerà ad attirare, nel prossimo quinquennio, i clienti di paesi in via di sviluppo che, per la loro prima utenza, opteranno per la tecnologia più economica disponibile sul mercato.

La crescente ampiezza di banda porterà, dunque, a una maggiore fruizione di video sui nostri dispositivi mobili, ma questo non vuol dire che film, live broadcasting o semplici clip su YouTube diventeranno d’improvviso il piatto principale della dieta mediatica dei singoli utenti. Il Mobility Report della Ericsson illustra, infatti, anche il tempo dedicato dai consumatori alle varie app presenti sul loro smartphone. Attualmente quello riservato ai social network è pari, in media, a 85 minuti al giorno. Molto più dei minuti in cui fissiamo il display per seguire un breve filmato o un film.

Alberi Umani. Questo il quadro offerto dall’azienda svedese all’interno del suo futuristico “Ericsson Studio”, una location a metà tra l’anfiteatro multimediale e lo studio televisivo in cui è possibile sperimentare dal vivo quella “società connessa” che sognano a Stoccolma, in cui addirittura un albero è in grado di “comunicare” con una persona sfruttando l’elettricità generata dal corpo umano: lo abbracci, come faresti con un amico, e lui risponde (in inglese) e nel frattempo invia un tweet in Rete relativo all’incontro appena avvenuto. E’ il futuro in cui crede Hans Vestberg, 47enne CEO dell’azienda svedese, che incontra velocemente i visitatori della stampa estera e afferma: “Il domani di questo pianeta non potrà essere sostenibile senza innovazione. La società connessa offrirà soluzioni migliori per la sanità, l’educazione di base e tanti altri aspetti della vita quotidiana. Ci saranno cambiamenti drammatici, nel senso buono, nei prossimi vent’anni. L’importante è che i governi si rendano conto che la Rete rappresenta un elemento fondamentale nella vita di uno stato, e che come tale ha bisogno di sostegno e attenzioni, quasi come quelle riservate a strade e ospedali”.

Il contenuto di questo articolo, pubblicato da La Repubblica – che ringraziamo – esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.

Copyright © La Repubblica. All rights reserved