
Roma – L’Italia è il paese dei colmi infiniti. Può succedere, per esempio, che i controllori del fisco evadano. A Roma Equitalia non paga il balzello sui rifiuti e ha un contenzioso pesante. Se in un caso si tratta solo di disattenzione (anche se quella dei cittadini comuni non viene perdonata), sugli arretrati la situazione è un po’ più spinosa e riguarda direttamente una controllata dell’agenzia di riscossione, Equitalia Sud: secondo quanto risulta a Libero, la morosità nei confronti dell’Ama ammonta a circa 200mila euro.
Dal primo gennaio del 2012 Equitalia ha trasferito la propria sede legale. Non ha comunicato la disdetta all’Ama al fine del pagamento dei rifiuti e naturalmente non ha nemmeno comunicato formalmente il trasferimento nella nuova sede, ai fini del pagamento della tassa. Risultato: alla vecchia sede è arrivata la bolletta dell’Ama, che nessuno ha pagato. Alla nuova sede non è arrivata nessuna bolletta, perché Equitalia ha omesso di comunicare il proprio trasferimento.
Qui i mancati pagamenti della tassa dei rifiuti sembrano più seri. Secondo quanto risulta a Libero la morosità di Equitalia Sud nei confronti dell’Ama ammonta a circa 200mila euro di arretrati. L’ingiunzione di pagamento sarebbe stata più che giustificata. Una cartella esattoriale naturalmente sarebbe stata irrealistica: l’Ama avrebbe dovuto chiedere ad Equitalia stessa la riscossione, e se Equitalia sud avesse fatto orecchie da mercante, sarebbe stato necessario mettere lì le ganasce fiscali e magari procedere al pignoramento di uno degli immobili di proprietà (sette fabbricati e sei terreni nell’avellinese, un fabbricato in provincia di Pescara e due fabbricati in provincia di Vibo Valentia).
Equitalia si è scusata formalmente per l’errore di comunicazione nel primo caso. Per Equitalia Sud, i 200mila euro verranno pagati con sanzioni e interessi. Che non si possono evitare anche se il cliente moroso e un pizzico smemorato porta il nome altisonante di Equitalia.
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