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ENI: ”NON PUNTIAMO ALLE TELECOMUNICAZIONI”

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L’Eni non vuole entrare nelle telecomunicazioni, nonostante la sua presenza in Albacom, la telefonica italiana che dovrebbe debuttare in Borsa il prossimo autunno: “in Albacom abbiamo una partecipazione importante, vogliamo valorizzarla ma nulla di più”, ha affermato l’amministratore delegato di Eni Vittorio Mincato nel corso di un incontro a Milano con gli analisti finanziari.

Il Gruppo petrolifero italiano detiene una quota del 35% di Albacom, affiancato da British Telecom, Bnl e Mediaset.

Per quanto riguarda il gas, Eni non esclude di aumentare la fornitura a Enel in cambio di condizioni favorevoli nell’ambito di una trattativa per l’acquisto di una delle società in via di dismissione nell’ambito della liberalizzazione del mercato dell’energia. “E’ possibile che le centrali siano di nostro interesse – ha ammesso Mincato – dipende dalle condizioni, entreremo in negoziazione con Enel”.

A chi gli chiedeva se Enel fosse nella lista dei pretendenti al gas libico, l’amministratore delegato dell’Eni ha risposto che “c’è una coda di operatori in corsa per il gas libico rimanente; noi stiamo tirando sul prezzo e credo che faremo un ottimo affare, ma non credo che nella lista ci sia anche Enel”.

Vale la pena ricordare che lo scorso febbraio Eni aveva ceduto a Edison la fornitura di 4 miliardi di metri cubi annui del gas libico, circa la metà del quantitativo prodotto in Libia in joint-venture con la compagnia di stato del paese africano.

Eni ha anche fatto sapere che sono in progettazione centrali nei siti industriali di Mantova, Ravenna e S. Nazzaro dei Burgundi.

Nella presentazione agli analisti, Eni ha rivelato un obiettivo per il 2003 di 5.000/7.000 megawatt per la divisione Enipower, contro una produzione elettrica di circa 1.000 megawatt nel 1999.