Gli energetici sono fermi al palo, fatta eccezione per Eni. Pochi minuti fa è passato al mercato dei blocchi l’1,25% circa del capitale del cane a sei zampe in un unico contratto da 50 milioni di azioni a €15,8904.
Il titolo è in deciso rialzo, mentre le controllate Eni e Enel sono poco mosse.
Proprio per Eni ed Enel il governo avrebbe allo studio una manovra fiscale per costringere i due colossi a cedere le proprie quote di controllo delle società che detengono il controllo delle reti di trasporto.
Eni possiede il 60% di Snam Rete Gas (l’altro 40% è stato collocato sul mercato a €2,80), che controlla il 97% del mercato della distribuzione di gas mentre Enel controlla il 100% di Terna SpA.
Eni, attraverso il proprio amministratore delegato, Vittorio Mincato, ha già fatto sapere di voler immettere sul mercato altre quote di Snam perchè vuole concentrarsi sul business dell’esplorazione di nuovi giacimenti.
Diverso il discorso per Enel: Terna Spa è controllata da GRNT Il Gestore della Rete di Trasmissione Nazionale, una per azioni nata con il Decreto legislativo n. 79/1999 e controllata al 100% dal ministero del Tesoro, del Bilancio e della programmazione economica dal 1° aprile 2000.
Il governo vorrebbe collocare in Borsa GRNT e farla controllare dallo Stato e dagli operatori del settore, così come avviene nel Regno Unito con National Grid.
Con i soldi che incasserebbero, Eni ed Enel potrebbero fare un buy-back azionario, fare un maxidividendo o reinvestire i capitali nell’esplorazione e nella produzione di energia.
Le banche d’affari guardano positivamente al disegno del governo.
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