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Energia, asse Caracas-Quito per strategia Usa

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Una megaraffineria venezuelano-ecuatoriana e un’operazione congiunta fra le compagnie statali Petroecuador e Pdvsa. Al centro della seconda visita che in sette mesi il presidente venezuelano Hugo Chávez realizza in Ecuador ci sono dei nuovi accordi energetici. L’obiettivo di Caracas è rafforzare ancora di più l’asse con Quito e il campo principale di queste nuove intese resta l’energia.
Ma non si tratta soltanto di economia. Chávez ambisce ad allargare il gruppo dei soci dell’Alba, l’Alternativa bolivariana per le Americhe, creata in opposizione ai progetti commerciali di Washington in America latina. Per ora dell’Alba fanno parte il Venezuela, Cuba, la Bolivia e il Nicaragua, mentre l’Iran è una sorta di “osservatore” speciale esterno.
L’ingresso dell’Ecuador nell’Alba costituirebbe un importante successo per la politica estera di Chávez, impegnato a rafforzare la sua leadership regionale.
La stampa locale non esclude che Correa decida prima o poi di unirsi agli altri alleati dell’Alba. Nonostante la forte sintonia politica ed economica con il governo venezuelano, Correa rigetta le accuse di chi ritiene che Quito dipenda dalla politica estera di Caracas. Negli ultimi giorni si è parlato dell’avvicinamento dell’Iran all’Ecuador. Attraverso una missione tecnica inviata nel paese sudamericano, Teheran sta sondando la possibilità di aumentare gli scambi commerciali con Quito. Secondo gli analisti, l’interesse iraniano per l’Ecuador passa per l’alleanza fra Chávez e Mahmoud Ahmadinejad. Mentre Chávez in Ecuador firma accordi energetici nel campo petrolifero, il brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva prosegue il suo tour centroamericano per raccogliere consensi e alleati a favore dell’espansione dei biocombustibili. Una delle tappe più interessanti del viaggio di Lula è stato proprio il Nicaragua, uno dei soci dell’Alba di Chávez. Qui il presidente Daniel Ortega non ha taciuto le sue discrepanze sul tema dei biocarburanti. Sposando la stessa tesi di Fidel Castro e di Chávez, l’ex leader sandinista ha definito “assurda” la produzione di etanolo dal mais, come avviene negli Stati Uniti. Il mais è un prodotto alimentare basilare per la dieta nicaraguense. In Brasile, invece, l’etanolo si realizza a partire dalla canna da zucchero. Lula ha ammesso che ogni Paese deve trovare la sua alternativa, ma ha ricordato che i biocombustibili possono essere una soluzione chiave per i paesi poveri e soprattutto per la riduzione della dipendenza dagli idrocarburi sempre più costosi.