Gli Emirati Arabi Uniti convertiranno l’8 per cento delle loro riserve totali dal dollaro all’euro entro settembre, sulla scia dell’indebolimento registrato dalla moneta statunitense quest’anno. Lo dice il governatore della banca centrale a Bloomberg News. Gli Eau hanno iniziato “in misura limitata” a vendere parte delle loro riserve in dollari, dichiara il sultano Bin Nasser al-Suwaidi in un’intervista rilasciata ad Abu Dhabi il 24 dicembre scorso. “Accumuleremo euro ogni volta che il mercato sembrerà scendere” nel quadro del piano per portare la quota delle riserve in euro del Paese arabo al 10 per cento del totale, dal 2 per cento attuale, dice. Lo Stato del Golfo è uno dei produttori di petrolio che, come l’Iran, il Venezuela e l’Indonesia, intende trasformare le riserve valutarie in euro, o esprimere il prezzo del petrolio prodotto nella valuta europea. Il dollaro ha perso quasi il 10 per cento rispetto alla moneta europea nel 2006, mentre la crescita dell’area dell’euro superava quella degli Usa per la prima volta in cinque anni. Le riserve in valuta estera degli Eau ammontano a complessivi 24,9 miliardi di dollari, di cui il 98 per cento in dollari e il 2 per cento in euro, dice al-Suwaidi. La conversione dell’8 per cento delle riserve in euro avverrà “entro 6 o 9 mesi”, dice il governatore dal suo ufficio presso la banca centrale nella capitale degli Eau. La quota di depositi in valuta estera detenuti in dollari dai produttori di petrolio dell’Opec, compresi l’Arabia Saudita e gli Eau, è scesa al 65 per cento, minimo degli ultimi due anni, nel corso del secondo trimestre, dal 67 per cento nel primo trimestre, secondo dati della Banca per i regolamenti internazionali.
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