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ELEZIONI: VINCE NETTAMENTE IL CENTRO-DESTRA GRAZIE A LEGA E ASTENSIONI

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Per la prima volta nella storia italiana la percentuale del non-voto con il 35.8% si afferma come il primo partito in assoluto in Italia. Dovrebbe essere una scossa ai partiti tradizionali, colpiti dal disgusto degli elettoroi. Al centrosinistra possono essere assegnate con certezza 7 regioni (Liguria, Toscana, Emilia Romagna, Marche, Umbria, Basilicata e Puglia) rispetto a 6 regioni assegnabili al centrodestra (Piemonte, Lombardia, Lazio, Campania, Veneto e Calabria). Promossi Vendola, Formigoni, Polverini, Cota. Lega sempre più forte. L’affluenza alle urne al minimo storico con il 64,2% di votanti (-8.0%).

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Testa a testa all’ultimo voto nel Lazio e in Piemonte, mentre in Puglia il governatore uscente e candidato del centrosinistra Nichi Vendola è in vantaggio. Passano invece al centrodestra Calabria e Campania. Le altre regioni, Liguria compresa, resterebbero guidate dal centrosinistra. Queste le prime indicazioni delle proiezioni Pragma-Emg per la Rai. Crolla l’affluenza: non ha votato più di un terzo degli elettori.

Nel Lazio Emma Bonino (centrosinistra) e Renata Polverini (Pdl) sono entrambe accreditate di un 49,8%. In Piemonte il candidato del centrodestra, Roberto Cota (Lega) è al 48,8% mentre la presidente uscente, Mercedes Bresso, arriverebbe al 46 per cento. In Liguria il Governatore uscente Claudio Burlando sostenuto dal centrosinistra registra il 51,9%, mentre il suo avversario Sandro Biasotti, sostenuto dal centrodestra, ottiene il 48,1%.

In Puglia invece è in vantaggio Nichi Vendola del centrosinistra su Rocco palese del Pdl, mentre in Calabria Giuseppe Scopelliti è largamente in vantaggio su Agazio Loiero del centrosinistra. In Campania Stefano Caldoro batte nettamente VIncenzo De Luca. Roberto Formigoni (Pdl) si conferma poi presidente della Regione Lombardia, così come, rispettando le previsioni della vigilia, per il centrosinistra Vasco Errani vince in Emilia Romagna, Enrico Rossi in Toscana e Catiuscia Marini in Umbria. Luca Zaia (Lega) stravince in Veneto. È ugualmente in vantaggio, ma ottiene risultati meno brillanti del 2005, Gianmario Spacca del centrosinistra nelle Marche. Filippo Vinto (Pd) è invece in vantaggio in Basilicata su Nicola Pagliuca.

Crolla l’affluenza: un terzo degli elettori non ha votato. Alle elezioni Regionali ha votato il 64,22% degli elettori. Il dato fornito dal Viminale è definitivo ma relativo solo alle nove regioni di “competenza” del ministero dell’Interno (Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Umbria, Lazio, Campania, Basilicata). Rispetto alle precedenti elezioni, quando aveva votato il 72,01% degli aventi diritto, si registra dunque un calo di quasi otto punti della partecipazione al voto. I dati relativi alle altre quattro regioni interessate al voto di ieri e oggi non sono molto dissimili da quelli forniti dal Viminale, anche se si situano tutti e quattro al di sotto del 64%. In Toscana ha votato il 60,92%, nelle Marche il 62,82%, in Puglia il 63,17% e in Calabria il 59,25%. Forte anche il calo del Lazio, dove la diminuzione è stata superiore al 10% per cento: è andato alle urne il 64,1% degli aventi diritto al voto, contro il 75, 3% del 2005.

«Non ci sarà battaglia nel Pdl, è la sinistra che è andata a picco, è andata ko. Adesso facciamo le riforme», lo ha detto Umberto Bossi, parlando nella sede del partito in via Bellerio a Milano e sottolineando che «la Lega ha vinto». «Il problema per la sinistra è che è sparita al Nord. Hanno perso la loro gente, hanno perso il contatto con la gente. Sono spariti», ha aggiunto il leader della Lega.

«C’è preoccupazione per l’astensione, un dato negativo su cui tutti devono riflettere», ha detto il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, che invita a riflettere sul calo dei votanti sottolineando però che se «il risultato sarà favorevole per il centrosinistra vorrà dire che l’astensione ha colpito il centrodestra».

Il dato dell’astensionismo è «un segnale preoccupante», ma in Italia comunque si va al voto «di più che negli altri paesi», non è come in Francia, ha commentato Rosy Bindi, ospite dello speciale elezioni del Tg3. «È un campanello d’allarme per la politica e le istituzioni, sarà interessante vedere come è distribuito nel paese», ha aggiunto Bindi.

Il Pdl: astensione colpa dell’odio. «In questo momento siamo tutti costretti a fare esercizi di cartomanzia ma io quello che posso dire fin da ora è che siamo dinanzi ad un dato di astensione massiccio e per questo esprimo preoccupazione. Io sono tra quelli che dice che gli elettori hanno sempre ragione e se hanno scelto così avranno i loro motivi», ha commentato Daniele Capezzone, portavoce del Pdl. «La mia lettura – prosegue Capezzone – è che usciamo da tre mesi di odio con il presidente Berlusconi oggetto di una pressione costante. Credo che di fronte a questo tanta gente non ossessionata dalla politica e tanti moderati abbiano pensato che, se questo è il rodeo, non si partecipa. Comunque – conclude – ogni Regione in più è un risultato importantissimo perché noi partiamo da 11 a 2 per il centrosinistra quindi ogni conquista è fondamentale».