E’ iniziata a Washington l’udienza della Corte suprema degli Stati Uniti. La decisione che il massimo organo giudiziario deve prendere sara’ determinante per la conquista della Casa Bianca.
I legali del candidato repubblicano, George W. Bush, chiedono che i giudici dichiarino incostituzionale la riconta manuale dei voti, ribaltando la sentenza della Corte suprema della Florida.
In caso di vittoria, l’attuale governatore del Texas si troverebbe la strada spianata per la successione a Bill Clinton.
Nel caso dovesse prevalere la tesi dei legali del candidato democratico, Al Gore, il parere dell’alta corte sarebbe determinante per convincere il tribunale di primo grado della Florida, anzi al quale pende l’impugnazione dell’esito elettorale, a far verificare in tutta fretta le schede contestate.
Le parti, che hanno gia’ depositato per iscritto le proprie argomentazioni la scorsa settimana, hanno 45 minuti ciascuna per spiegare oralmente il caso davanti alla corte.
Per George W. Bush parla l’avvocato Theodore Olson, gia’ membro dell’amministazione Reagan e grande amico di Kenneth Star, il procuratore che tento’ invano di distruggere la carriera di Clinton con il ‘sexgate’.
Il vice presidente Al Gore e’ rappresentato dall’avvocato Laurence Tribe, docente di diritto costituzionale ad Harvard, un veterano che ha gia’ discusso 29 casi davanti alla Corte suprema federale.
La Corte non ha autorizzato la presenza in aula delle telecamere e ha limitato a sole 50 persone la presenza del pubblico.
Per una copertura completa vedi ELEZIONI USA:
SPECIALE WALL STREET ITALIA