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ELEZIONI USA: TORCHIATI GLI AVVOCATI

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La Corte suprema degli Stati Uniti ha terminato di ascoltare i legali di George W. Bush e Al Gore. La seduta e’ durata 90 minuti. I giudici hanno tempestato le parti di domande e obiezioni per metterne alla prova le tesi e si sono ritirati per deliberare.

Indiscrezioni circolate negli ambienti della capitale affermano che il verdetto potrebbe essere pronunciato in tempi brevissimi, gia’ prima di questa sera.

Gli osservatori – a giudicare dal botta e risposta tra giudici e avvocati – ritengono che il via libera alla conta delle schede sia difficile ma non impossibile.

“Sono stanco – ha dichiarato David Boies, l’avvocato di Gore ai cronisti all’uscita – ma abbiamo risposto a tutte le domande dei giudici. Non voglio anticipare nulla, ne’ azzardare previsioni, ma mi sento soddisfatto”.

Boies ha confermato che questo e’ il primo caso in cui la Corte suprema federale ha accettato di discutere un caso il cui esito determinera’ il futuro presidente degli Stati Uniti.

In aula a prendere la parola per primo e’ stato Theodore Olson, il rappresentante di Bush. In realta’ ha solo provato a iniziare il suo intervento: dopo nemmeno un minuto e’ stato interrotto dai giudici Sandra Day O’Connor e Anthony Kennedy.

I giudici hanno mostrato, attraverso le loro obiezioni, pesante scetticismo circa le violazioni costituzionali che i repubblicani intravedono nella decisone della Corta suprema della Florida di ordinare la verifica manuale delle schede contestate.

Il giudice Kennedy e’ stato proprio l’alto magistrato che sabato pomeriggio ha accolto la richiesta dei repubblicani per bloccare la conta manuale dei voti iniziata in Florida.

Decisione presa a maggioranza, con allegata relazione dei giudici dissenzienti: Stevens, Ginsburg e Breyer.

Questo non ha impedito a Kennedy di interrompere in continuazione Olson, e di incalzarlo con domande che gli osservatori hanno definito “aggressive”.

Neppure David Boies, il leader del team legale di Al Gore, che all’ultimo momento e’ stato preferito al costituzionalista Laurence Tribe, ha avuto modo di impostare l’intervento e al termine descrivera’ l’esperienza come “45 minuti di interrogatorio”.

Il giudice Kennedy lo ha incalzato sulle questioni di diritto che dovrebbero prevenire l’alta Corte federale dall’esprimersi su questioni che riguardano le leggi elettorali della Florida, la tesi portante dei democratici in questa udienza.

Boies ha negato che la Corte suprema della Florida abbia “riscritto la legge”, sottolineando che non avrebbe senso che le norme elettorali della Florida prevedessero la contestazione del risultato elettorale, se poi non vi fosse la possibilita’ per l’autorita’ giudiziaria di ordinare la verifica dell’oggetto del contendere, ovvero i voti.

I giudici David Souter e Stephen Breyer hanno quindi portato l’attenzione sull’uniformita’ dello standard da applicare per l’interpretazione della volonta’ degli elettori durante la verifica manuale delle schede.

“Il caso e’ stato ascoltato”, ha dichiarato quindi il presidente nel chiudere la seduta, e i giudici si sono ritirati senza specificare un termine per il verdetto.

La Corte e’ gia’ apparsa divisa al suo interno, come si e’ visto dall’ordinanza di sabato, passata con il voto di cinque giudici a favore su un totale di nove.

Questi giudici – secondo gli osservatori – continuaranno a esprimere profonde riserve in camera di consiglio circa l’operato della Corte suprema della Florida.

L’unica possibilita’ per sbarrare la strada a Bush per la Casa Bianca e’ che David Boies abbia fatto cambiare idea almeno a uno dei cinque alti magistrati.

Intanto, nel clima di scontro muro contro muro che si e’ creato negli Stati Uniti tra democratici e repubblicani, una nuova polemica infuria.

La stampa ha riportato che due figli del giudice Antonin Scalia, uno dei nove membri della Corte suprema, lavorano per studi legali impegnati nella difesa di Bush.

Scalia, nella giornta di sabato, si era schierato con la maggiornza della Corte nel garantire a Bush una sospensione della verifica manuale dei voti in Florida in attesa di una decisione.

Per una copertura completa vedi ELEZIONI USA:
SPECIALE WALL STREET ITALIA
e in particolare Elezioni Usa: iniziato l’ultimo appello e Elezioni Usa: la guerra dei giudici