La Corte d’appello degli Stati Uniti ha respinto questo pomeriggio l’istanza presentata dai repubblicani tesa a dichiarare illegittima ogni verifica manuale delle schede. Una piccola vittoria per Gore, che tuttavia non e’ destinata a pesare nello scontro.
Mentre nella piccola aula di Seminole in Florida il giudice Nikki Clark ha ordinato una breve sospensione dell’udienza che dovra’ decidere l’annullamento di circa 15.000 voti, il tribunale federale di secondo grado di Atlanta in Georgia, competente per lo stato della Florida, ha bocciato la richiesta dei legali di George W. Bush.
Si tratta dello strascico di una delle 42 cause legali aperte dai due candidati alla Casa Bianca e l’impatto sullo stato della battaglia legale in corso e’ destinato a essere minimo.
I repubblicani, che sin dall’inizio delle schermaglie si erano orientati verso le aule di giustizia federali piuttosto che su quelle dello stato della Florida dove il pasticcio elettorale si e’ consumato, avevano chiesto alla Corte di Atlanta di dichiarare nullo l’esito delle verifiche manuali dei voti avviate in tre contee.
I giudici d’Appello non hanno ravvisato alcun conflitto tra la procedura di verifica e le leggi federali che regolano il meccanismo elettorale per l’elezione del presidente.
I democratici hanno commentato la vittoria con grande soddisfazione: “Ci presentiamo domani davanti alla Corte suprema della Florida per chiedere che vengano contati tutti i voti che gli elettori hanno espresso, anche se i lettori ottici non sono in grado di riconoscerli – ha detto un portavoce – Siamo confortati da questa sentenza della magistratura federale: la verifica manuale delle schede e’ assolutamente legittima”.
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