Il mercato USA ha reagito male all’incertezza politica sollevata dalle elezioni presidenziali, ma si tratterebbe – secondo James Stewart, editorialista del gruppo Dow Jones – di mancanza di direttive sicure, non di crisi.
Certo, l’indice Nasdaq e’ sceso lunedi’ – per la prima volta in un anno – al di sotto dei 3000 punti e la Federal Reserve ha mantenuto invariati i tassi d’interesse adducendo il rallentamento dell’economia, ma bisogna guardare la situazione sotto una certa prospettiva.
Il mercato azionario ha registrato l’anno scorso una crescita insostenibile e ora gli eccessi vengono eliminati – fa notare Stewart – gli investitori sapevano che l’euforia non sarebbe durata per sempre, dice Stewart, ma non stanno assistendo nemmeno a una fuga di massa dal mercato.
L’effetto ‘ricchezza’ e’ svanito e sia il mercato dell’arte che quello delle aste ha registrato un notevole calo; ora potrebbe toccare al settore immobiliare di Manhattan e della Silicon Valley, ma non si tocchera’ necessariamente il fondo, continua l’editorialista.
Qualunque candidato vinca le elezioni presidenziali, secondo Stewart dovra’ mettersi al lavoro per riconquistare il supporto popolare, dedicandosi quindi a mantenere forte l’economia.
Il calo delle quotazioni, puo’ quindi solo rappresentare un’ottima opportunita’ di acquisto, afferma Stewart, specialmente nei settori pesantemente depressi quali i semiconduttori e le telecomunicazioni.
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