I tribunali di primo grado di Tahallasee in Florida, sezioni di Seminole e Martin – dopo aver imposto un’attesa snervante – hanno deciso, con due separati giudizi, di respingere l’impugnazione dei voti provenienti dall’estero.
Il team legale di Al Gore non e’ mai stato coinvolto direttamente in questi procedimenti, iniziati da un elettore democratico di Seminole, ma l’impatto delle sentenze e’ devastante rispetto alla speranza di capovolgere il risulato del voto in Florida.
I legali delle parti soccombenti, i democratici in buona sostanza, hanno pronte le carte per il ricorso in appello. In gioco ci sono circa 25.000 schede elettorale, la maggior parte delle quali contiene preferenza per il candidato repubblicano.
“Con tutto il rispetto – ha dichiarato l’avvocato che ha sostenuto la tesi favorevole all’annullamento di fronte al giudice Nikki Clark di Seminole – siamo in profondo disaccordo con questa decisione. Non abbiamo idea del perche’ il giudice abbia respinto le nostre tesi, ma siamo decisi a difenderle sino all’ultima istanza”.
Nessuna indicazione invece su quando la Corte suprema della Florida – che si ritrovera’ fra le mani anche questo ricorso in appello – abbia intenzione di deliberare circa l’impugnazione del risultato elettorale da parte di Al Gore sulle schede scartate dai lettori ottici a Palm Beach e Miami-Dade.
Dal fronte repubblicano giungono invece commenti compiaciuti e George W. Bush si sente gia’ presidente.
Per una copertura completa vedi ELEZIONI USA:
SPECIALE WALL STREET ITALIA