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Elezioni 2013: partiti preparano controriforma delle pensioni

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Roma – La riforma Fornero delle pensioni è ancora fresca di scrittura e già i partiti si preparano a superarla con una contro-riforma che, di fatto, cancellerebbe i provvedimenti approvati dal governo Monti per tornare a una situazione simile a quella di qualche mese fa. Promesse elettorali o cos’altro? Il fatto che queste proposte vengano dagli stessi partiti che hanno approvato la riforma Fornero non sembra garanzia di serietà.

Fatto sta che pochi giorni prima della chiusura estiva, come riporta il Corriere, la Camera ha approvato un ordine del giorno che unifica 5 proposte di modifica del mercato pensionistico, provenienti da diverse aree politiche: Damiano (PD), Dozzo (Lega) e Paladini (Idv). Da notare che l’odg ha ricevuto il voto favorevole anche di Pdl, Udc e Fli. È difficile che in questa legislatura si arrivi a una revisione della riforma da poco approvata, ma le proposte depositate alla Camera rappresentano un viatico per la prossima campagna elettorale nella quale, c’è da scommetterci, il tema sarà caldissimo.

Ma in cosa consiste questa controriforma? I partiti puntano a ripristinare la possibilità di andare in pensione a 58 anni, o al massimo 59 o 60, con 35 di contributi. Non si tratta di scardinare l’impianto della riforma Fornero, ma di stabilire un canale alternativo che, almeno fino al 2017, tuteli i lavoratori in uscita e allarghi la platea degli e sodati che beneficeranno del trattamento pre-Fornero. Sotto forma di sperimentazione, i lavoratori dipendenti potranno andare in pensione a 58 anni (57 le donne) entro il 2015 e a 59 (58 le donne) fino al 2017 se hanno 35 anni di contributi, con un assegno però più leggero. Inoltre si stabiliscono nuovi allagamenti per andare in pensione con le vecchie regole.

Sì, ma con quali fondi? Il governo Monti ha messo mano alle pensioni per risistemare i conti pubblici, e con questa nuova riforma si tornerebbe ai vecchi problemi. I partiti garantiscono che non è così, e assicurano che si può trovare una copertura di 5 miliardi di euro entro il 2019, in aggiunta ai 14 stanziati dal governo per gli esodati, con un sistema classico per un certo modo di fare politica e di fare cassa, e cioè aumentando il prelievo fiscale sui giochi pubblici e le lotterie istantanee.

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