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(WSI) –
Prosegue il lungo black out dell’ex Terzo mercato, ormai chiuso da aprile anche se l’home page del sito fa sapere che l’operatività riprenderà a settembre e augura a tutti buone vacanze. E intanto la Consob che fa? Nulla.
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Fonti della Commissione fanno sapere che le condizioni di negoziabilità dei titoli quotati al Temex (alcuni dei quali, come Aurora assicurazioni e Popolare di Vicenza, contano decine di migliaia di azionisti) possono essere garantite dallo stesso emittente, nel caso delle banche. Oppure dagli altri mercati o mercatini che vanno sotto l’acronimo di Sso (Sistemi di scambi organizzati) e che stanno proliferando.
Ma che ancor più prolifereranno nel prossimo futuro, ovvero quando verrà recepita la direttiva Mifid, che sancisce in pratica la fine nell’Unione europea dell’obbligo di concentrazione degli scambi nelle Borse ufficiali. Ma chi avrà poteri di vigilanza su tutti questi mercati? Ancora la Consob la quale, secondo l’articolo 78 del Tuf «può stabilire le modalità, i termini e le condizioni dell’informazione del pubblico riguardante gli scambi» e «sospendere o, nei casi più gravi, vietare gli scambi quando ciò sia necessario per evitare gravi pregiudizi alla tutela degli investitori». Questa urgenza non ricorre, secondo la Consob, nel caso del Temex. Ma allora perché è stata proprio la Commissione a sollecitare la sospensione del circuito, decisa lo scorso aprile per asserite necessità di manutenzione del sistema?
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