Il giorno in cui un gruppo di manifestanti ha appiccato il fuoco al palazzo del governo a Suez, in uno speciale dell’emittente Cnn viene mostrata la testimonianza drammatica della madre che racconta del figlio ucciso in una maniera brutale dalla polizia, che lo avrebbe torturato e percosso ripetutamente (GUARDA VIDEO SHOCK SOTTO).
A Suez i manifestanti hanno anche tentato di dare alle fiamme la sede locale del Partito del partito nazionale democratico, al potere in Egitto. Le forze dell’ordine sono intervenute lanciando i gas lacrimogeni. Fonti ufficiali della citta’ nel nord-est dell’Egitto hanno ordinato la chiusura dei negozi. La polizia ha riferito che negli ultimi scontri sono rimaste ferite 55 persone. Sempre vietate le manifestazioni di protesta nelle strade.
Se anche in Egitto – paese cruciale per la stabilita’ della regione mediorentale e nordafricana – scoppia la rivoluzione l’effetto domino nella regione sara’ avviato. A quel punto in un’ottica di mercato bisognera’ sperare che l’onda rivoluzionaria non arrivi anche a un paese produttore di petrolio: in quel caso sara’ l’inferno non solo per la nazione coinvolta per i mercati.
I primi paesi che vengono alla mente sono Marocco, Giordania, Yemen e Algeria, dove le proteste contro il governo sono gia’ in atto. Ma se il contagio arrivasse in Arabia Saudita, allora sarebbe come dare fuoco a un ammasso di legna gia’ cosparso di benzina e riportare l’ordine mondiale sara’ un’impresa.