L’economia del Giappone torna in recessione con una contrazione del Pil che supera anche le stime più pessimiste. Secondo i dati resi pubblici oggi, il Pil nipponico avrebbe subito un calo su base annua del 3,7% nei primi tre mesi del 2011, dello 0,9% rispetto al periodo ottobre-dicembre.
Il terremoto che ha colpito il paese l’11 marzo e il susseguente tsunami hanno giocato un ruolo chiave causando, oltre a danni alle abitazioni, tagli della corrente elettrica, interruzione della produzione e disfunzioni nella supply chain.
Il ministro dell’economia, Kaoru Yosano, invita comunque alla calma, dicendosi fiducioso che la crescita ritorni positiva nel medio periodo, in linea con la ricostruzione e con una ripresa delle esportazioni nei mercati esteri. “Il Pil dovrebbe ritornare a crescere circa dell’1% entro la fine dell’anno fiscale”, ha detto il ministro dopo aver comunicato i dati, secondo quando scrive il Wall Street Journal.
Nelle contrattazioni odierne l’indice NIKKEI di Tokyo perde lo 0,49%, valore modesto rispetto alla forte contrazione dell’economia. “L’impatto del terremoto è stato devastante – ha detto a Bloomberg Stephen Halmarick, head of investment markets research per Colonial First State Global Asset Management – ma il mercato non è così negativo perche si aspetta una ripresa dalla ricostruzione e da ulteriori stimoli fiscali”.
Ma nel breve periodo l’economia sembra essere entrata in una fase di recessione, visto che almeno nel prossimo trimestre il dato dovrebbe rimanere negativo. Gli analisti comunque credono che, con un ritorno alla produzione e con la ricostruzione, già dalla seconda metà del 2011 si possa ritornare alla crescita.
Il dato rappresenta il peggiore crollo del Pil dal 18,3% registrato nel primo trimestre 2009.