Società

EFFETTO TERRORISMO
SU WALL STREET

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Il mercato azionario americano ha chiuso in forte ribasso, ancora una volta, giovedi’. La news che i terroristi di al Qaeda potrebbero essere gli autori degli attentati terroristici di Madrid (quasi 200 morti) ha avuto un effetto amplificativo sul ribasso gia’ in atto. Dopo che il quotidiano in lingua araba ‘Al Quds al-Arabi’ ha divulgato le presunte rivendicazioni delle stragi ad Al Qaeda, il Dow Jones Industrial Average ha cominciato a essere subissato dai sell e alla fine della seduta s’e’ trovato del 5.6% al di sotto del massimo 2004 stabilito a febbraio.

Il Dow e’ arretrato di 168.51 punti, pari all’ 1.64%, a 10,128.38: si tratta del piu’ forte ribasso avvenuto nel corso di una seduta dal maggio 2003. L’indice S&P 500 e’ scivolato 17.10 punti (-1.52%) a 1106.79, e anche in questo caso si tratta del piu’ forte ribasso in un solo giorno degli ultimi 10 mesi, nonche’ del nuovo minimo per quest’anno; infine il Nasdaq Composite e’ sceso di 20.26 punti, cioe’ -1.03%, a 1943.89.

Nelle ultime quattro sedute, tutte negative, il Dow Jones ha perso 468 punti, pari al 4.4%, mentre il Nasdaq ha dovuto lasciare sul campo 104 punti, cioe’ il 5%.

Il calo e’ stato caratterizzato ancora una volta da forti volumi di scambio, il che e’ un brutto segno. Anche se il ridimensionamento a Wall Street puo’ essere stato amplificato dal fattore emotivo legato alla paura di ulteriori attentati terroristici, non e’ da escludere funzioni da catalizzatore per gli short che aspettavano quella correzione da molto tempo invocata e giustificata da alte valutazioni (vedi Target News, in INSIDER).

Di fatto i fondamentali dimostrano che le vendite sono reali e sostenute da ordini massicci; e ieri nessuno voleva rischiare comprando sui minimi troppo in anticipo. Il volume di scambio al New York Stock Exchange ha raggiunto giovedi’ 1.9 miliardi di azioni, mentre 2.2 miliardi di titoli sono passati di mano al Nasdaq. Le azioni in discesa hanno superato quelle in crescita in un rapporto di 3 a 1 su ambedue le maggiori borse Usa.

Secondo cio’ che si sente dire nelle sale trading delle grandi banche d’affari di New York, la correzione degli ultimi giorni potrebbe portare abbastanza presto a una situazione di ipervenduto. Insomma se continua cosi’ in un paio di sedute, se non prima, potrebbero cominciare a materializzarsi gli acquisti di chi punta su un rimbalzo. Nonostante cio’ non c’e’ da essere troppo sicuri di questo scenario, alla luce della confusa situazione riguardante la consistenza della ripresa economica degli Stati Uniti e il possibile raffreddamento degli utili aziedali.

Sull’equity Usa, colpito duramente come tutte le borse mondiali dalle news sulle stragi in Spagna, non hanno avuto alcun effetto – come e’ logico immaginare – i dati congiunturali resi noti prima dell’apertura di Wall Street relativi alle richieste di sussidi di disoccupazione (calati di piu’ rispetto alle attese) e alle vendite al dettaglio, dato che ha mostrato una crescita a febbraio dello 0,6%.

Circa cio’ che e’ accaduto in borsa, dei 30 titoli dell’indice Dow Jones ben 29 hanno chiuso in calo (10 con perdite di circa il 2%) con l’eccezione di Alcoa (AA) in leggerissimo rialzo (+0.2%) dopo un commento positivo di Merrill Lynch.

Coca-Cola (KO) e’ stata in assoluto la blue chip del DJIA che ha registrato la peggiore performance, un calo del 3%. Circa altri titoli particolari, si fanno notare in negativo il colosso dell’aviazione Boeing (-2,3%) e molte aziende attive nel settore turistico (particolarmente suscettibile agli effetti di attentati devastanti come quelli di Madrid) con le blue chips delle crociere Carnival e Royal Caribbean che hanno perso rispettivamente il 4,3% e il 4,7% mentre il gruppo alberghiero Starwood ha perso il 2,8%.

Sell insistenti anche sul settore hi-tech. Nextel ha ceduto il 2,3%, Jds Uniphase il 5,4%, mentre Nortel è regredita del 7,4% dopo aver dichiarato che potrebbe dover riscrivere i bilanci relativi al 2003. Tra i pochi titoli in controtendenza (vedere una lunga lista di azioni in rialzo – pur in una fase di correzione come l’attuale – in Titoli Caldi, dedicato agli abbonati a INSIDER), la catena di abbigliamento Target, avanzata del 7,6%: la societa’ ha ingaggiato la banca d’affari Goldman Sachs come advisor per la possibile vendita dei negozi Mervyn’s and Marshall Field.