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Effetto Mubarak sulle borse: male indici Ue e futures Usa

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In attesa dell’avvio di contrattazioni a Wall Street e dei nuovi dati economici che arriveranno dal fronte economico degli Stati Uniti – i mercati attendono il deficit commerciale Usa e l’indice della fiducia Michigan – l’azionario continua a scontare ovunque l’acuirsi delle in Egitto.

Alle 13 circa ora italiana, i futures sul Dow Jones perdono 44 punti (-0,36%), quelli sul Nasdaq scendono di 8,75 punti (-0,37%) e quelli sullo S&P 500 arretrano di 6,20 punti (-0,47%).

In Europa, Londra cede lo 0,29%, Francoforte fa -0,21%, Parigi arretra dell’1% zavorrata tra l’altro anche dalla delusione per i conti di l’Oreal; male anche Madrid (-0,92%), mentre a Piazza Affari il Ftse Mib cede lo 0,75%. Seppur in calo, gli indici azionari del Vecchio Continente recuperano comunque dai minimi di giornata.

In evidenza i rialzi dei prezzi del petrolio, sulla scia delle preoccupazioni sulla sicurezza del Canale di Suez, passaggio chiave per le petroliere che trasportano il greggio dal Golfo Persico alle principali economie europee.
I futures scambiati sul Nymex si attestano sugli 87,13 dollari al barile, in crescita di 40 centesimi, mentre il Brent è a 101,49 dollari al barile – dopo aver superato la soglia dei 102 dollari – registrando un incremento di 62 centesimi.

Sui mercati valutari, in rialzo il dollaro che beneficia del suo status di valuta rifugio. Detto questo, non è solo l’avversione al rischio ad alimentare la ripresa del biglietto verde, a discapito dell’euro. Occhio comunque al discorso che sarà proferito nel tardo pomeriggio da Trichet. Nel frattempo, il dollaro sale sullo yen a 83,56, mentre l’euro è in calo sulla moneta nipponica a 112,95. Il cross euro/dollaro continua inoltre a indebolirsi e scende a 1,3517.

Le ultime notizie sull’Egitto innervosiscono insomma gli operatori, che attendono l’evolversi della situazione dopo il discorso del rais Mubarak, proferito ieri sera: un discorso che ha deluso gli egiziani e il mondo intero, visto che il presidente ha deciso di non dimettersi. I timori sono sulla stessa economia egiziana, e sulle sue prospettive, come dimostra il balzo dei cds per assicurarsi contro il rischio paese, che è stato il più forte in più di una settimana.

Sugli indici europei, pesano poi i ribassi dei titoli tecnologici, zavorrati dal titolo Nokia: le quotazioni del colosso dei cellulari sono arrivate a cedere fino al 12% dopo l’annuncio della joint venture con Microsoft per contrastare il potere di Google e Apple. Giù dunque l’intero settore tecnologico Ue, messo a dura prova anche dal sell off che ha colpito ieri Cisco a Wall Street: lo scivolone in questo caso è stato del 14%.

Tornando a Piazza Affari, il titolo peggiore si conferma ancora il tecnologico Stm, che cede il 3% circa. Le frecce rosse colpiscono poi anche oggi soprattutto le banche e gli assicurativi: giù Fondiaria-sai (-2,23%), Banca Popolare di Milano (-2,06%), Ubi Banca (-2,06%), Generali (-1,84%), mediolanum (-1,56%). Intesa SanPaolo (-1,34%), Unicredit (-1,19%).

Tra i pochi titoli in rialzo, bene invece Fiat Industrial, che però riduce i guadagni e sale solo dello 0,20%, in attesa del vertice a Palazzo Chigi tra il premier Silvio Berlusconi e l’ad del Lingotto Sergio Marchionne, in calendario domani 12 febbraio per fare il punto sulla situazione dell’azienda in Italia. Fiat Spa cede invece lo 0,49%. Sotto i riflettori, tra i titoli migliori, Pirelli (+0,83%), Tenaris (+0,66%) e Snam rete Gas (+0,51%).