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EFFETTO FED SU MATERIE PRIME, GIU’ ORO E PETROLIO

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Lo shock per la decisione della Federal Reserve di alzare a sorpresa il tasso di sconto allo 0,75% non risparmia nessun mercato. Le vendite colpiscono oggi anche le materie prime, che pagano prima di tutto il rafforzamento del dollaro seguito all’annuncio della Fed.

Le quotazioni del petrolio, dell’oro, del rame e dei cereali bruciano tutte più dell’1%. Mark Pervan, analista senior di Anz afferma però in un’intervista a Reuters che “per le commodity, il rischio al rialzo dei prezzi esiste ancora”.

I forti cali di oggi sono a suo avviso “inevitabili, considerato il tipo di shock” che ha colpito tutti i mercati. Detto questo, secondo l’esperto in -e questa opinione è condivisa da molti analisti -, gli smobilizzi non avranno una lunga durata.

I futures sul petrolio con scadenza a marzo si attestano a 77,96 dollari al barile, dopo aver chiuso ieri a 79,06 dollari, ovvero al massimo valore di chiusura dallo scorso 14 gennaio.

Le quotazioni dell’oro sono scambiate a 1.102,40 dollari l’oncia, dopo aver toccato il minimo intraday a 1.098,55 dollari l’oncia.