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EFFETTO BERLUSCONI: SCONTRI IN PIAZZA

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(WSI) – Scontri tra poliziotti e studenti nella Capitale durante il corteo della Cgil contro i tagli alla scuola e all’istruzione. Gli agenti hanno usato i manganelli contro i manifestanti che cercavano di forzare il cordone delle forze dell’ordine che impediva al corteo di passare verso piazza della Repubblica. Momenti di tensione con il lancio di oggetti e bottiglie da parte degli studenti. Anche in via Pastrengo dove le forze dell’ordine sono impegnate in una lieve carica di alleggerimento per respingere i manifestanti che cercano di aggirare il blocco.

FERITI – «Tra gli studenti che hanno partecipato al corteo ci sono stati una decina feriti a causa delle cariche subite dalle forze dell’ordine». Lo ha riferito uno dei leader dell’Onda, Francesco Brancaccio, commentando il bilancio del corteo di oggi a Roma che si è concluso all’ università La Sapienza, da dove era partito. «Uno dei feriti, un universitario, si è fratturato una mano – spiega Brancaccio – ed ha dovuto ingessarla in ospedale, dopo esser stato colpito dalle manganellate in piazza dei Cinquecento. Un altro è stato colpito al volto, vicino ad un occhio, da una manganellata di un agente in via XX Settembre. Tra i feriti ci sono anche studenti delle scuole superiori».

NESSUNA TREGUA – «Proseguiremo le nostre battaglie anche nelle prossime settimane», ha aggiunto Brancaccio, che non ha escluso altri cortei durante «la tregua di Natale», cioè il periodo di stop dei cortei nella Capitale che scatterà da sabato 12 dicembre fino al 12 gennaio, frutto di un’intesa firmata in prefettura da alcune sigle sindacali e alcuni partiti politici. «Si assumeranno il rischio di vietare ogni corteo», ha concluso Brancaccio a proposito del protocollo. «Le azioni registrate oggi tra piazza dei Cinquecento e via XX Settembre ricordano tanto quelle condotte dai professionisti della disobbedienza e dai rappresentanti di un modo di contestare che sembra cercare lo scontro fisico con gli agenti delle forze dell’ordine ad ogni costo», dichiara invece in una nota il vicecapogruppo Pdl al Comune di Roma, Marco Siclari: «È davvero vergognoso che gli studenti e le loro posizioni vengano strumentalizzate dalle frange estremiste dei centri sociali. Gli attaccabrighe, che usano la piazza come mezzo di propaganda, sappiano che la loro protesta è tanto rumorosa quanto priva di contenuti».

CARICHE E MANGANELLI – Azione a sorpresa dell’Onda. Gli studenti, dopo essere arrivati in piazza della Repubblica e dopo i primi scontri, hanno cominciato a correre all’impazzata verso via XX Settembre, dove si trova il ministero dell’Economia. Gli universitari hanno deciso così di evitare il blocco della Polizia che li aspettava all’inizio di via Nazionale. Non appena gli studenti hanno cominciato a correre, la polizia li ha rincorsi. In su via XX Settembre la polizia sta presidiano il palazzo del ministero e ha chiesto al personale del dicastero di chiudere i portoni di accesso alla struttura.

DAVANTI ALL’ECONOMIA – «Dimissioni, dimissioni» hanno gridato i ragazzi dell’Onda sotto il ministero di Giulio Tremonti, contro cui sono stati intonato cori di protesta ed insulti. «Siamo in presidio. Oggi noi abbiamo respinto i blocchi per riprenderci il nostro futuro. Siamo centinaia». E ancora «noi la crisi non la paghiamo» gridano in coro i manifestanti, «Roma libera». Gli universitari dell’Onda hanno poi lasciato via XX Settembre per tornare verso l’Università la Sapienza.

DAVANTI ALL’ISTRUZIONE – È arrivato ai piedi del ministero della Pubblica Istruzione in viale Trastevere, il corteo degli studenti medi partito da piazzale Ostiense. Gli oltre 500 ragazzi degli istituti romani, dopo aver percorso e bloccato alcune vie di Testaccio, il Lungotevere, Ponte Sublicio e via Induno, sono giunti a destinazione al seguito di uno striscione verde con scritto «Ci vogliono ignoranti, ci avranno ribelli. Bloccare la riforma, riprenderci il futuro» firmato dagli «Studenti in mobilitazione». Un altro striscione viola esposto da quattro licei romani dice «contro i tagli e il precariato il quartiere si è schierato». Molti hanno acceso dei fumogeni rossi e hanno alzato cori di insulti contro il presidente del Consiglio Berlusconi e il ministro Maria Stella Gelmini, chiedendone a gran voce le dimissioni. Lo striscione verde è stato dunque disposto ai piedi della scalinata del ministero in cima alla quale sono schierati poliziotti e finanzieri con caschi e scudi.

I PRESIDI – Le forze dell’ordine, impegnate nella gestione dell’ordine pubblico legato al corteo degli studenti dell’Onda, stanno presidiando in particolare i ministeri dell’Economia e della Difesa, ma anche l’ambasciata americana di via Veneto, e piazza Colonna.

«ARMA DEL REGIME» – «Il manganello è un’arma del regime. Ogni manganellata che arriva addosso ad uno studente porta la firma di questo Governo autoritario e reazionario». È quanto afferma Flavio Arzarello, coordinatore nazionale della Fgci, l’organizzazione giovanile del Pdci, che sta partecipando al corteo dell’Onda a Roma. «Oltre al futuro – aggiunge – vogliono toglierci anche la libertà di mugugnare e di dissentire. È intollerabile che si vieti la libertà di manifestare a suon di bastonate».

MINISTRO GELMINI – I «centri sociali strumentalizzano gli studenti». È quanto ha detto il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, commentando quanto avvenuto «Desidero esprimere il mio rammarico nel vedere che, ancora una volta, alcune manifestazioni non sono dirette e coordinate dagli studenti ma dai centri sociali e dagli anarchici. È importante che i giovani che esprimono un pur legittimo dissenso sui provvedimenti in materia d’istruzione non siano strumentalizzati», ha concluso il ministro.

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