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Editoria: “Il Fatto” festeggia il primo anno gia’ in attivo (e senza aiuti)

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Un agosto di fuoco per la politica italiana con l’affaire Fini-Tulliani e un mese con un saldo positivo per il Fatto Quotidiano che ha venduto 76.427.000 copie (71.552.000 a luglio): la premiata ditta Padellaro e Travaglio è al giro di boa del primo anno di vita del giornale che ha visto la luce a settembre del 2009. Un progetto adeguato ai tempi: costi, organico e foliazione contenuti, attenzione a non allentare i cordoni della borsa, bilancio in attivo grazie al rigore del presidente dell’editoriale Il Fatto spa Giorgio Poidomani.

Il bilancio, al 31 dicembre 2009 – spiega Poidomani – ha chiuso con un utile lordo di 3.200.000 euro pari a oltre due milioni di euro utile netto, dopo aver stanziato a un fondo imposte quasi 1,1 milioni di euro. Oltre 108 mila euro, il cinque per cento richiesto dallo statuto, sono accantonati come riserva legale. Altri 756 mila euro confluiscono come dividendi agli azionisti: l’Editoriale il Fatto è infatti una società per azioni e non una cooperativa. La residua parte dell’utile viene messa a riserva straordinaria.

Parte di questa viene trasformata in aumento di capitale. I conti incoraggianti permettono quindi di fare progetti: a settembre arriva Vittorio Malagutti, firma dell’Espresso, e la redazione cambia casa. La sede di via Orazio a Roma è diventata troppo piccola per un giornale in crescita. In dodici mesi, il Fatto si è mantenuto sempre al di sopra delle 60.000 copie dopo il botto iniziale di 120 mila (settembre 2009) e di 85.659 a ottobre. Il mese peggiore è stato gennaio 2010 con 58.116 copie, ottimo marzo con 72.292, picchi a luglio con 71.552 mila copie e ad agosto con 76.427. Le giornate clou sono state – a parte quelle del debutto – l’8 ottobre 2009 – quando la Consulta ha bocciato il lodo Alfano – con 147 mila copie vendute; il 5 dicembre 2009 – in coincidenza del No B day – con 75 mila; il 13 marzo 2010 (caso Santoro-Agcom) con 94.000 copie vendute. A questi dati bisogna aggiungere i 12mila abbonamenti postali e i 30mila sottoscritti on line, mentre il sito – curato da Peter Gomez – riceve 150 mila visitatori unici al giorno, secondo Google analytics.

“I nostri principali timori – spiega il direttore Padellaro – riguardavano agosto, un mese particolarmente difficile per i giornali politici e di opinione. Noi, in controtendenza, abbiamo registrato un boom imprevisto. Non posso dire con certezza le ragioni di questa sostanziale crescita rispetto al mese di luglio. È probabile anche che si sia avvicinata a noi una fetta di lettori che sostengono Fini. Abbiamo dato spazio alla vicenda del presidente della Camera senza mai rinunciare all’autonomia e libertà”. “I lettori – aggiunge – hanno colto questa assoluta indipendenza, proclamata sin dall’inizio della avventura del Fatto e alla quale siamo rimasti fedeli”.

Intollerabili – secondo Padellaro – i giornali a tesi: “Si può essere faziosi o strillati, ma mai procedere per tesi. È un errore che abbiamo scansato. Il pubblico che ci segue lo ha capito e ha premiato la coerenza del Fatto”. Marco Travaglio, grande animatore del giornale, è ovviamente d’accordo con Padellaro e sottolinea come il Fatto sia all’interno del dibattito politico, precisando: “Chi pensava di schiacciarci nel recinto della sinistra radicale, si sbagliava di grosso. È un giornale totalmente libero che dà le notizie tenute nascoste dagli altri media, tv e giornali”.(ANSA).