Economia pagina 3556
A marzo l’indice Pmi manifatturiero della Cina, secondo quanto rivelato da Markit, scende dal 51,7 di febbraio a 51,2.
Nel mese di marzo l’indice Pmi manifatturiero del Giappone che tocca i 52,4 punti dai 53,3 del mese precedente
Un’analisi storica del sito economico tedesco Makroskop sfida il punto fermo della teoria liberista: a volte il protezionismo è d’aiuto alle economie che l’adottano
Sotto inchiesta le sedi di Parigi, Londra e Amsterdam di Credit Suisse
L’indice PMI di Chicago si è attestato a 57,7 punti in marzo, facendo meglio delle stime che erano per un risultato di 56,9 punti e anche del computo del mese prima (57,4). Per l’indice manifatturiero si tratta dei massimi da gennaio 2015. Dopo la pubblicazione dei dati, il mercato azionario si è rafforzato leggermente, mentre
Il rapporto della spesa pensionistica sul Pil è sceso all’11,3%: lo comunica una nota congiunta di Inps, Inail e del ministero del Lavoro. Le pensioni erogate nel 63,1% dei casi, si legge inoltre, non superano l’importo di 750 euro; l’ammontare complessivo delle erogazioni è stato pari a oltre 18 milioni di euro. La nota fa
L’indice della fiducia dei consumatori americani misurato dall’Università del Michigan ha toccato i 96,9 punti a marzo, un dato che delude le stime che erano in media per un valore di 97,6 punti.
Resta sostanzialmente stabile il livello degli utili realizzati dalla Banca d’Italia, 2,7 miliardi di euro a fronte dei 2,8 dell’anno precedente. Mentre resta invariato il dividendo distribuito ai partecipanti, pari a 340 milioni di euro, cresce di 300 milioni la fetta destinata allo stato, che ha incassato 2,15 miliardi dell’utile, più 1,310 miliardi sotto forma
A distanza di anni dalla crisi finanziaria del 2008 in Italia si continua a sentire l’effetto del credit crunch, almeno per quanto riguarda le micro imprese con non più di nove addetti: solo l’11% di esse, infatti, viene “soddisfatto in termini di credito”. Per le imprese grandi invece il grado di “soddisfacimento” del credito arriva
Secondo l’ex presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, l’annunciata Border Adjustment Tax sarebbe molto più grave dell’innalzamento dei dazi annunciati su certe categorie di prodotti: sarebbe “una dichiarazione di guerra commerciale”, ha detto l’attuale presidente di BusinessEurope. I dazi sono una “minaccia che nasce dal fatto che c’è una sorta di chiusura per le esportazioni di