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ECONOMIA USA: SI RIPRENDERA’ VELOCEMENTE

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Con il nuovo dato sulla produzione industriale, risultata in calo (per il nono mese consecutivo)dello 0,7%, non c’e’ il minimo dubbio che il settore manifatturiero sia in recessione.

Gli operatori del mercato non si faranno comunque intimorire da questo calo, seppur sostenuto, perche’ gia’ preparati dai recenti dati economici che avevano preallarmato circa la continua debolezza del settore.

Inoltre la continua diminuzione della produzione e il conseguente calo delle scorte di magazzino, sta aumentando la probabilita’ di una reazione repentina del ciclo. In altre parole, il settore manifatturiero potrebbe aver tagliato troppo la produzione e alla fine potrebbe essere costretto ad aumentarla in modo deciso la per fare fronte alla domanda.

I Precedenti Report hanno Preparato i Mercati.

I recenti report economici hanno mostrato con ampia evidenza il continuo rallentamento del settore manifatturiero. In particolare il dato sulla disoccupazione ha mostrato chiari segni di debolezza. Nel settore manifatturiero sono stati persi 300.000 posti di lavoro negli ultimi tre mesi, che salgono a 600.000 nell’ultimo semestre.

Percio’ la notizia di un ulteriore calo della produzione industriale non muovera’ i mercati nei prossimi giorni.

Tuttavia, nel report del 17 luglio, c’e’ anche una revisione al rialzo del passato dato sulla produzione industriale, da -0,8% a -0,5%, e il dato sulla capacita’ di utilizzo degli impianti che e’ risultata superiore alle aspettative: 77% contro 76,9%.

La Debolezza della Produzione e’ Diffusa.

Il calo dello 0,7% della produzione riguarda tutti i settori del comparto manifatturiero, anche se quello tecnologico ha mostrato i maggiori segnali di debolezza.

Ad esempio il settore delle infrastrutture per l’industria ha registrato una contrazione nella produzione in giugno dell’1,4%, dopo che era scesa dello 0,6% in maggio e dell’1,3% in aprile.

Il settore semiconduttori e componenti elettronici ha registrato, sempre in giugno, un calo ancora piu’ forte, -2,4%, con una flessione complessiva nel secondo trimestre del 27,3%.

Se prendiamo invece i settori computer, infrastrutture per le comunicazioni e semiconduttori, il calo in giugno e’ stato dell’1,6%. Combinando questi dati, e’ chiaramente visibile come la produzione nel comparto tecnologico rimanga debole.

Per sottolineare come la caduta della produzione sia diffusa e come, alla fine, riguardi tutti i settori del comparto manifatturiero, si puo’ notare che, escudendo dal dato gli auotveicoli e i componenti industriali, la flessione rimane dello 0,7%.

Lo stesso accade se escludiamo dall’aggregato i settori computer, infrastrutture per le telecomunicazioni e semiconduttori. Infatti ci sono poche aree industriali che hanno mostrato segni di forza in giugno o nell’ultimo trimestre, incuse quelle degli autoveicoli, dei componenti industriali, del legname, della carta e del petrolio.

Sono State Gettate le Basi per un Recupero.

Il continuo calo della produzione manifatturiera sta portando una forte riduzione delle scorte di magazzino, come mostrano i recenti dati (a maggio le scorte sono scese dello 0,3%, quinto calo in sei mesi).

La persistente riduzione del livello delle scorte aumenta la probabilita’ che la produzione possa essere stata tagliata in modo eccessivo. L’industria manifatturiera ha la tendenza a reagire in modo eccessivo all’andamento del ciclo economico, cosi’ come gli operatori a trascinare i mercati finanziari troppo al rialzo o al ribasso.

Le potenzialita’ dell’eccessivo taglio della produzione raggiungeranno il massimo quando numerosi fattori spingeranno in alto la domanda. La domanda sara’ portata in alto dalla riduzione delle tasse, dalla alta rotazione delle case, dai notevoli rifinanziamenti di mutui, dall’effetto del tagli dei tassi dell Fed e dal calo dei prezzi energetici.

Il settore manifatturiero stesso potrebbe trovarsi a doversi confrontare con un rialzo della propria domanda, e potrebbe aver bisogno di elevare la produzione in maniera decisa. Questo blocchera’ il processo di espulsione di manodopera in corso, fornendo un ulteriore aiuto all’economia.

Percio’, i livelli di produzione appaiono posizionati su una riduzione delle scorte di magazzino a livelli esageratamente bassi rispetto alla relativa domanda, gettando le basi per un miglioramento repentino nei prossimi mesi.

Questa e’ una bella notizia per il mercato azionario e per le obbligazioni societarie, ma e’ una brutta notizia per il mercato obbligazionario.

*Anthony Crescenzi e’ capo analista della sezione Capital Markets alla boutique finanziaria Miller Tabak & Co.

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