L’atteso trimestre di dati positivi non sta deludendo le aspettative. Il mese di marzo sta evidenziando infatti dati che nel complesso sembrano preludere ad un buon secondo trimestre. Del resto proprio a partire dal mese di marzo il supporto all’economia offerto dalla politica fiscale di Bush è destinato a registrare un forte incremento fino a raggiungere il picco nel trimestre iniziato ad aprile. Del resto proprio a partire dal mese di marzo il supporto all’economia offerto dalla politica fiscale di Bush è destinato a registrare un forte incremento fino a raggiungere il picco nel trimestre iniziato ad aprile. Il dato relativo agli ordinativi di beni durevoli di marzo si colloca in tale contesto. La pubblicazione ha evidenziato infatti un valore triplo rispetto alle attese (+3,4% vs attese di +0,7%) con addirittura anche una sensibile revisione al rialzo del dato di febbraio (da +2,5% a +3,8%). Anche depurando il dato generale dalle componenti volatili si ottengono valori piuttosto positivi. Così ad esempio la spesa in beni durevoli al netto della componente difesa ed aerea ha segnato un +2,4% m/m, confermando pertanto il buon risultato di febbraio (+2,8%).
Il settore auto ha ancora una volta evidenziato una buona performance (+3,6%). Inoltre anche le consegne (dato quest’ultimo rilevante per il computo del pil del primo trimestre che sarà pubblicato il prossimo giovedì) hanno segnato un +3,2% da +1,7% m/m.
Infine gli ordini inevasi al netto della componente aerea e difesa hanno continuato a segnare un incremento dell’1%, così come nel mese di febbraio. Quest’ultimo elemento risulta rilevante in quanto tende ad incrementare il portafoglio ordini che a sua volta tende a proiettare al rialzo le aspettative sull’andamento del fatturato delle corporate Usa.
Non a caso lo stesso Greenspan ha focalizzato la sua attenzione su tale elemento dichiarando che l’incremento del portafoglio ordini (backlog of orders) dovrebbe indurre i produttori ad essere meno cauti nelle loro decisioni di investimento: in ultima analisi dovrebbe comportare un più sostenuto ritmo di espansione del capital spending che ancora, stando a quanto riportato nell’ultimo Beige Book, evidenzia un ritmo di espansione piuttosto lento.
Pertanto il mese di marzo ha offerto dati piuttosto positivi sia dal lato consumer (vendite al dettaglio che hanno registrato l’incremento maggiore da un anno ad oggi) che business (il dato pubblicato oggi sugli ordinativi industriali). Non è da eslcudere che, in vista del dato del pil primo trimestre ’04 Usa in pubblicazione giovedì, le attese si spostino dall’attuale 5 al 5,5,-6%.
Quali conseguenze possono essere ipotizzate in termini di andamento di viaribili finanziarie? Il trimestre in corso dovrebbe nel complesso indurre gli operatori ad essere più ottimisti sugli sviluppi futuri del ciclo soprattutto se il mercato del lavoro confermerà la buona perfromance di marzo. Su tale punto ribadiamo la nostra view più conservativa. Più in dettaglio: ci attendiamo indubbiamente un buon trimestre sotto il profilo macro. I dubbi sono relativi piuttosto alla sostenibilità della ripresa in atto nel momento in cui la manovra fiscale Bush tenderà ad offrire un supporto meno forte, previsto nel secondo semestre. Del resto la stessa amministrazione Bush sembra prendere in esame l’effetto negativo della fine del suporto fiscale insistendo affinché il congresso renda permanenti i tagli alle tasse.
I motivi che ci inducono ad essere più prudenti con riferimeto al secondo semestre sono molteplici. In sintesi: 1) prudenza di fondo dei produttori che tardano ad incrementare le scorte allo stesso ritmo della domanda ; 2) mercato del lavoro che registra un andamento ” a strappi” ma che di fondo non manca di mostrare elementi di debolezza (si veda l’elevato livello della permeneza media nello stato di disoccupato); 3) operatori molto cauti che stentano ad abbandonare strutturalmente la parte a breve della curva dei tassi che pertanto mantiene ancora una pendenza elevata. Vi sarebbero anche altre motivazioni che per ragioni di sintesi omettiamo.
Occorre però considerare che tali elementi dovrebbero manifestare i loro effetti non prima del prossimo trimestre. Nel frattempo è giocoforza immaginare che le aspettative sul futuro diventeranno più positive con conseguente potenziale effetto al rialzo sui tassi. E’ pur vero che soprattutto negli Usa tale andamento si è già ampiamente manifestato con il tasso decennale che ha toccato la soglia del 4,5%.
Molto più contenuto è stato invece l’effetto al rialzo in Europa ed infatti lo spread sul tratto decennale si è rapidamente portato da -15 a +32 bps. In tal caso pesa ovviamente il fatto che l’economia europea stenta ad agganciarsi alla ripresa Usa.
Pertanto per il trimestre in corso si potrebbe assistere ad un posizionamento dei tassi decennali Usa fino al 4,5% che potrebbe portarsi fino ai livelli massimi dello scorso anno (4,65%) nell’ipotesi di dati sul mercato del lavoro particolarmente favorevoli. In tal caso attendiamo i dati sul consumer confidence in pubblicazione il prossimo martedì per formulare una previsione più precisa.
* Antonio Cesarano e’ il Responsabile Desk Market Research di MPS Finance.