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ECONOMIA USA: IMPATTO PERDITA DI RICCHEZZA

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Gli analisti stanno esaminando l’effetto che il calo del mercato possa avere sull’economia, ma i timori legati al calo dei consumi potrebbero essere eccessivi.

Il Wall Street Journal riporta che sondaggi condotti tra i consumatori mostrano che un numero ristretto pensa che il crollo del mercato avra’ dirette conseguenze su di loro.

E’ possibile poi che – sebbene un’alta percentuale di famiglie americane abbia titoli azionari in portafoglio – la ricchezza persa sul mercato, poiche’ creata in soli 16 mesi, non abbia avuto abbastanza tempo per modificare le abitudini dei consumatori.

“L’aumento della ricchezza nel mercato tecnologico e’ stato cosi’ fugace che non ha avuto modo di produrre importanti cambiamenti nel comportamento economico – ha confermato David Hale, economista di Zurich Group – Molte societa’ Internet hanno prodotto un enorme guadagno in conto capitale che e’ durato meno di sei mesi”.

La Federal Reserve pensa che la perdita di ricchezza sui mercati azionari avra’ un qualche impatto sulla spesa al consumo e con cio’ ha giustificato in parte martedi’ il taglio dei tassi d’interesse di mezzo punto percentuale.

Il mercato azionario ha sicuramente una parte importante nell’economia. Alla fine di marzo dell’anno scorso – ai livelli massimi del mercato – secondo la Federal Reserve la partecipazione degli investitori individuali in fondi comuni raggiungeva $12,2 trilioni, pari al 178% del reddito annuo personale disponibile, contro $2,3 trilioni – o il 52% del reddito disponibile – nel 1990.

Il valore di questi portafogli ha perso alla fine di dicembre il 21%, scendendo a $9,6 trilioni e quest’anno e’ probabilmente sceso un ulteriore 16%.

Tra il 1989 e il 1998 il numero degli investitori individuali in titoli azionari, secondo il New York Stock Exchange, e’ passato da 52,3 milioni a 84 milioni.

A gennaio, in un sondaggio di ABC News e Money Magazine, il 12% degli intervistati si sentiva personalmente colpito dal calo del mercato azionario – in aumento rispetto al 9% del 1997 , ma leggermente in calo rispetto al 13% dell’ottobre 1987.

Sebbene quindi il numero degli investitori mobiliari e’ cresciuto considerevolmente negli ultimi 15 anni, non e’ salita la percentuale di chi ne risente gli effetti.

Questa settimana la fiducia dei consumatori – secondo l’indice ABC News/Money – ha registrato un notevole calo in concomitanza con lo scivolone del 7,7% del Dow Jones Industrial Average; potrebbe pero’ significare che i consumatori hanno visto il calo del mercato come un segnale che l’economia sta peggiorando, non come una riduzione delle proprie finanze.

Esaminando i peggiori 13 cali percentuali del Dow dal 1986 non si e’ infatti notato un impatto pronunciato sulla fiducia dei consumatori.

“Probabilmente i consumatori del sondaggio sono investitori a lungo termine”, ha commentato Daniel Merkle, vice direttore del sondaggio di ABC News.

La fascia di consumatori piu’ affluenti sente maggiormente l’effetto della caduta dei prezzi azioanri.

Solo il 18% delle famiglie che detengono titoli azionari prevede, secondo Richard Curtin, direttore dei sondaggi sui consumatori dell’universita’ del Michigan, di spendere i proventi dai propri investimenti mobiliari, contro il 24% del 1999 e l’ammontare che intendono spendere e’ sceso della meta’.

Le stime di quanto ogni anno i consumatori spendono di ogni dollaro aggiuntivo di ricchezza variano tra 3 e 7 centesimi e secondo Alan Greenspan la ricchezza associata con il mercato azionario ha contribuito ad almeno un punto percentuale della crescita economica alla fine degli anni novanta.

Credit Suisse First Boston crede quindi che ci vorranno due anni prima che l’effetto negativo della ricchezza si faccia sentire e che – se il mercato azionario rimanesse piatto – la spesa al consumo dovrebbe scendere quest’anno dell’1%.

Bruce Steinberg, capo economista di Merrill Lynch anticipa invece 3-6 mesi e che il maggior effetto si fara’ sentire in primavera. Se, poi, il mercato dovesse toccare il fondo entro la meta’ dell’anno, l’effetto negativo della ricchezza sull’economia dovrebbe terminare entro la fine dell’anno.

Una gran parte del denaro guadagnato sul mercato potrebbe infatti gia’ essere stato speso.

La societa’ di ricerche ISI Group ha confermnato che dal 1996 il Nasdaq e le spese al dettaglio sono strettamente correlate mese dopo mese, quindi l’impatto della svendita di high-tech dovrebbe gia’ essere stato avvertito.

“I consumatori hanno pero’ altri problemi in aggiunta alla perdita di ricchezza sul mercato azionario”, ha ricordato Jason Trennert, economista di ISI, “in particolare licenziamenti e un livello molto alto di debito”.