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ECONOMIA STATI UNITI TRA STIMOLO E RECESSIONE

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*Questo documento e’ stato preparato da MPS Capital Services ed e’ rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori e clientela professionale ai sensi dell’allegato n.3 al
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di WSI.

(WSI) – Tassi di interesse: in area Euro ieri si è assistito ad un calo dei tassi sulla parte a breve della curva e ad un rialzo su quella a lungo termine, con un incremento dello spread 2-10 anni a 155 pb dai precedenti 141. Si restringe ancora il differenziale sul decennale Italia-Germania portatosi a 125 pb dai 130.

Dal lato macro in Germania per la prima volta in tre anni sono saliti i disoccupati confermando lo stato di debolezza in cui verte l’economia tedesca ed alimentando l’ipotesi di ulteriori tagli dei tassi da parte della Bce. Oggi sono attese diverse aste in area Euro. Dopo l’asta sul bund tedesco con scadenza 2019 di ieri piuttosto deludente, in cui la domanda è stata inferiore all’ammontare offerto, in Francia oggi ci sarà il collocamento di Oat a 10,15 e 30 anni per un totale di 6-7 Mld€.

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In Spagna è attesa l’asta di Bono a 3 e 5 anni per 4,5-5,5 Mld€, mentre in Austria è atteso un prestito sindacato a 5 anni da 3 Mld€. In Inghilterra invece oggi è attesa la riunione della BoE che dovrebbe continuare il ciclo di tagli e potrebbe portare il tasso di riferimento all’1,5% da 2%. Sul decennale la resistenza si colloca a 3,22% ed il supporto a 3,11% e 3%.

Negli Usa tassi di mercato in rialzo malgrado il calo dei listini azionari, complici principalmente il settore finanziario e quello energetico. Nelle prime giornate del 2009 sta emergendo un atteggiamento contrastante tra gli operatori. Da un lato infatti aumentano le attese per il piano di sostegno all’economia che sarà varato dopo l’insediamento del nuovo presidente e dall’altro non si arrestano i segnali di deterioramento dell’economia che potrebbero essere confermati domani attraverso l’evidenza di un drastico incremento del numero di posti di lavoro persi nel mese di dicembre.

Hoenig, presidente della Fed di Kansas City, ha prospettato la possibilità di un recupero della crescita non prima del terzo trimestre del 2009, ipotizzando anche un andamento moderato dell’inflazione fino a buona parte del 2010. Il Congressional Budget Office ha inoltre stimato in 1186Mld$ il deficit di bilancio atteso per l’anno in corso, pari all’8,3% del Pil, record dal secondo dopoguerra ad oggi.

Il forte livello previsto per il deficit di bilancio è da ricollegare principalmente all’incremento delle uscite, che dovrebbero raggiungere il 24,9% del Pil. Lo stesso CBO si è mostrato piuttosto pessimista sulle attese di crescita per quest’anno, quantificate in -2,2% da +1,1% stimato lo scorso settembre. La Fed ha infine allargato la tipologia di operatori che possono partecipare la programma denominato Money Market Investor Funding Facility, finalizzato all’acquisto di commercial paper, inizialmente indirizzato solo ai fondi monetari ed ora allargato anche alle compagnie assicurative ed ai fondi pensione. Per oggi la resistenza sul decennale si colloca al 2,5%.

Greggio WTI: prezzo future continuo.
Valute: Dollaro in deprezzamento vs. Euro. Vi è ancora incertezza sulle decisioni della Bce il prossimo 15 gennaio. Il forte ridimensionamento dell’inflazione dell’area insieme a possibili ulteriori dati negativi sul fronte macro, oltre all’atteso taglio dei tassi oggi della BoE, potrebbero nuovamente riproporre l’aspettativa di un taglio. In tale contesto la resistenza del cross a 1,3750 si rivela piuttosto importante nel breve termine, con possibilità di spingersi fino all’area di supporto individuabile in 1,3350. Il forte calo dei listini azionari ha comportato un apprezzamento dello Yen in modo particolare verso Dollaro con il cross che si appresta a chiudere il gap citato negli ultimi report. Il supporto si colloca a 91,30, mentre la resistenza a 94,62. Verso Euro il cross ha perforato al ribasso il supporto 125,30. Il successivo si colloca a 123,80.
Materie prime: fortissimo calo per il greggio Wti penalizzato dal marcato rialzo delle scorte Usa, molto al di sopra delle attese (circa 6,7Mln vs attese di 800.000). Forte crescita anche per le scorte di distillati e benzina. La giornata è stata negativa anche per tutte le altre materie prime all’interno dell’indice GSCI, ad eccezione del cacao (+1,1%). Tra gli industriali forte calo per il nichel (-7,2%) ed il piombo (-3,7%). Male anche i preziosi con l’oro che ha perso il 2,8% e l’argento il 3%. Tra gli agricoli il peggiore è stato il grano (-4,7%) sulla speculazione di calo delle esportazioni in futuro.

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